Fondazioni case in legno: come risolvere i problemi di infiltrazione?
Abbiamo iniziato la scorsa settimana ad affrontare il problema delle fondazioni in un’abitazione in legno, analizzando le differenze tra fondazione a platea e a trave rovescia. Oggi riprendiamo l’argomento con la seconda parte dell’articolo dedicato, affrontando tre problemi cruciali legati alle infiltrazioni d’acqua nel caso in cui la parete in legno si trovi al di sotto del del piano di campagna.

Primo problema: contatto diretto.
Il legno non deve essere posato ad una quota inferiore alla quota campagna.
Si tratta però di una soluzione tanto semplice quanto difficile da riscontrare nel mercato. Nonostante sia una regola elementare e di buon senso, poche sono le aziende che seguono questa regola.

Come fare per rialzare la parete sopra la quota del terreno?
I modi sono diversi, sul mercato ad esempio ci sono nuovi prodotti appositamente nati a questo scopo che sfruttano il principio di un distanziale in metallo (generalmente alluminio).
Ma il modo che utilizziamo più frequentemente e che preferiamo è la realizzazione di un cordolo in CA che vada a raggiungere l’altezza desiderata:

Vi sconsigliamo vivamente l’utilizzo di morali di sacrificio in legno di Larice, pratica diffusissima ultimamente. Il Larice ha una durabilità migliore dell’abete ma è comunque legno e in quelle posizioni non dura che un paio di anni come dimostra questa foto:

Secondo problema: la risalita per capillarità.
La soluzione migliore è interporre una barriera alla risalita tra fondazione e legno. Il cemento armato è poroso e funziona da pompa osmotica prelevando l’acqua dal terreno e portandola verso l’alto. Se appoggiassimo direttamente la parete sul cemento, a lungo andare l’umidità presente nel cemento migrerebbe alla base della parete in legno che inizierebbe a marcire.
È fondamentale interporre una guaina bituminosa tra cemento e legno, lasciando libero il legno di respirare e soffocandolo con le guaine il meno possibile.

Vanno evitate tutte le guaine a cuffia incollate al legno come pure le guaine adesive di collegamento tra legno e cemento. Non permettono al legno di traspirare correttamente.
Basta infatti una sola guaina, posizionata nel punto corretto e applicata nella maniera corretta.
Terzo Problema: la condensa interstiziale.
Per le fondamenta in legno bisogna evitare di raggiungere la temperatura di rugiada all’interno del nodo.
Il vapore dell’aria interna che traspira verso l’esterno, lo fa anche nel nodo di attacco a terra, e dal momento che molto spesso si tratta del punto più freddo della casa, spesso si forma condensa. L’unico modo è isolare correttamente il nodo ed eseguire un’analisi termica agli elementi finiti per verificarne la correttezza.
È fondamentale eliminare il ponte termico tra legno e cemento inserendo un isolante tra i due elementi (fondazione fredda) oppure inserendo un isolante tra la platea e il terreno (fondazione calda).


In entrambi i casi si ottengono ottimi risultati eliminando il marciapiede che rappresenta a tutti gli effetti un elemento raffreddante.
Si ottiene così quello che, per nostra esperienza, è il miglior attacco atterra per case in legno realizzabile:

Con questo articolo chiudiamo il ciclo di informazioni legate al problema Fondazioni di Case in legno. È importante rimanere sempre informati e conoscere non soltanto le differenze tra le varie tipologie di sistemi costruttivi, ma anche sapere quali sono i materiali, gli accorgimenti e le regole chiave da rispettare per costruire edifici solidi nel tempo.
Come studio di Ingegneria ci impegniamo da molti anni nell’offrire ai nostri clienti soluzioni su misura, studiate e garantite da qualsiasi inconveniente.
Ogni settimana pubblichiamo articoli dedicati che affrontano in modo tecnico e chiaro le problematiche riscontrabili, gli accorgimenti necessari e le soluzioni più efficaci al buon costruire in legno.
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Altro argomento interessantissimo e complicato, ma come sempre siete riusciti a renderlo comprensibile anche ai non addetti ai lavori, i committenti; dopo aver letto il vostro articolo, anche loro possono distinguere una buona progettazione da una approssimata!
Grazie ragazzi!
L.
Gentile Luca
La ringrazio per l´apprezzamento. Riteniamo necessario trattare questi argomenti nella maniera più semplice possibile per dar modo a tutti di comprendere come funzionano questi meccanismi. Purtroppo, con quello che si continua a vedere in giro, l´unico modo che ha il cliente di difendersi da errori grossolani, è informarsi in prima persona.
Buona giornata
A.M.
Ma quale potrebbe essere il giusto isolante visto la ovia esigenza di avere adeguate caratteristiche meccaniche per star sotto alla parete in xlam?
Grazie Sig. Gianni
Generalmente sotto l´xlam si usa vetro cellulare in pannelli.
Buonaserata
Grazie ingegnere..
Una domanda il vetro cellulare non interrompe la continuità strutturale?
Da profano immagino che il vetro cellulare non abbia la capacità di resistenza al carico ed alle sollecitazioni del calcestruzzo..
Buongiorno Sig. Gianni
In quel punto l´unica sollecitazione agente è il carico verticale che scende dalla parete e tende a comprimere l´isolante. Si usa il vetro cellulare proprio perché è un materiale ad alta resistenza a compressione. Nonostante sembri un materiale fragile, presenta capacità a compressione diverse volte superiori al legno.
Alex Merotto
Richiesta inerente la prima figura del terzo problema.
Praticamente vi è:
cordolo, guaina, e isolante.
1.Vorrei sapere come avviene il fissaggio della parete in x lam sul cordolo.
2.Se non ho capito male dalle risposte, l´isolante consigliato è il vetro cellulare.
Potresti indicarmi la marca per poterlo valutare?
La parete ed il peso della struttura non schiacciano l´isolante?
Dalle risposte sembra di no grazie alle sue proprietà meccaniche.
Giusto´ ho capito bene?
Grazie.
Gentile Andrea
La ringrazio per le sue domande, le rispondo qui sotto:
1)Il fissaggio della parete al cordolo avviene con piastre in acciaio diritte applicate al lato esterno della costruzione. Le piastre sono in acciaio, certificate e testate per l´utilizzo su fabbricati in legno.
2)L´isolante indicato è vetro cellulare. Non si schiaccia perché ha resistenze a compressione molto alte. Preferisco non indicarle una ditta precisa, l´importante è che il prodotto sia marchiate CE e sia accompagnato da regolare DOP in italiano. Le caratteristiche tecniche del prodotto devono poi essere accettate del suo progettista strutturale e dal direttore lavori.
Spero di esserle stato utile
Buona giornata
A.M.
Nelle risposte che hai dato alla domanda attacco a terra,hai indicato staffe nella parte esterna della struttura ma mi domando,se faccio il cordolo rialzato senza marciapiede con la parete a filo esterno come da te indicato, come faccio ad appoggiare gli angolari? Devo per forza posarli internamente.
Se il cliente vuole il marciapiede a tutti i costi c´è la possibilità di gettarlo in seguito distaccato dalla platea?
Grazie
Buongiorno Cristian
Se si sceglie di tenere la parete a filo esterno c´è sia la possibilità di sistemare degli angolari internamente sia l´opzione di utilizzare delle piastre dritte esternamente. Questa è una scelta che viene decisa di volta in volta con il cliente in funzione delle esigenze specifiche del progetto. In merito alla seconda domanda, si può sempre gettare il marciapiede staccato dalla struttura ma probabilmente nel corso del tempo darà luogo a cedimenti e fessurazioni diventando un problema per chi lo ha costruito.
La ringrazio
A.M.
Se hai particolari ti ringrazio
Buongiorno Cristian
Non esistono particolari standard da applicare meccanicamente a tutte le situazioni. Con gli schizzi pubblicati vogliamo dare delle linee guida di massima, sempre valide, ma ogni caso è diverso e va studiato con l´impresa costruttrice e con il direttore lavori in funzione delle esigenze specifiche.
Buon lavoro
A.M.
Molto interessante l´argomento trattato.
Sullo stesso importantissimo argomento ho letto anche questo link dove sul vetro cellulare sembrano più sospettosi sulla sicurezza strutturale.
http://risponde.promolegno.com/domanda/data/vorrei-una-vostra-valutazione-sulle-soluzioni-che-prevedono-un-blocco-di-vetro-cellulare-tra-la-plat/
Per noi clienti potenziali è veramente difficile farsi una idea su basi certe quindi benvengano professionisti come voi che fanno con impegno utile divulgazione.
Grazie
Buongiorno Pietro
La ringrazio per gli apprezzamenti e per seguirci. Siamo a conoscenza del parere di Promolegno che ci trova sostanzialmente d´accordo. Da parte nostra l´interposizione dell´isolante tra parete e fondazione è una soluzione accettabile ma non consigliabile. Nell´ultima immagine dell´articolo consigliamo infatti una soluzione diversa. In ogni caso nel nodo va eseguita un´analisi termica per determinare se ci sia o meno condensa ed eventualmente cambiare stratigrafia.
Buona giornata
A.M.
Buongiorno
Con riferimento all´immagine 1 del terzo problema (platea fredda), come deve avvenire il collegamento di corrugati e cavidotti dalla parete al sottofondo dovendo attraversare il cordolo in calcestruzzo e l´isolante (vetro cellulare)? Precedenti esperienze in questo senso?
Grazie
Giovanni
Buongiorno Giovanni
Quando si sceglie quel tipo di dettaglio si realizza un cordolo basso (10/15 cm di altezza) su sottofondi importanti (25/30 cm). Lo spazio che si crea tra pavimento finito e fine del isolante viene sfruttato per il passaggio dei corrugati.
Se le condizioni sono diverse e si preferisce un cordolo alto, si allinea la parete in legno al filo interno del cordolo.
Grazie
A.M.
Buon giorno,
io ho appena fatto costruire una casa in legno, alla base della quale vi è una platea in cemento armato… ho da subito avuto problemi di umidità (muffa) con presennza di acqua e quindi imbibizione dei cartongessi e del legno portante, dalle foto che ho fatto durante la costruzione mi sono accorto che non è stata messa alcuna guaina tra platea e struttura in legno, lunico isolamento fatto è stata una guaina bituminosa all´ esterno che copre i primi 40 cm di legno e i primi 40 centimetri di platea e nulla all´interno. Potete aiutarmi consigliandomi cosa fare in merito, grazie della disponibilità.
Buongiorno Sig. Gregorio
La ringrazio per la sua mail, purtroppo in casi come il suo si impone un sopralluogo per capire la consistenza del problema ed eventualmente come risolverlo.
Buona giornata
A.M.
interessantissima questione: da un lato se si tiene tutto sollevato (arieggiato) ci vanno sotto insetti, rettili e topi. Se invece si annega il legno in un massetto di leca ecco che si trasmette dell´umidità al legno. Io, per esperienza, mi rifaccio alla tecnica nautica: basamento a schiena d´asino, con scarichi (tipo ombrinali) a loro volta isolati per evitare passaggi degli insetti, rettili ecc. Però bisogna anche considerare che gli appoggi devono essere costanti…. Sto studiando qualcosa del genere….per il prossimo fabbricato in legno.
Buongiorno Sig. Leonardi
La ringrazio per il suo contributo. Se segue le indicazioni dell´ultimo schema di questo articolo non avrà problemi di sorta. Sono le indicazioni che davano le vecchie norme DIN tedesche più di quarant´anni fa. Non serve inventarsi niente, a volte infatti può essere pericoloso, basta solo informarsi.
Buona giornata
A.M.
Buonasera,
grazie prima di tutto per questi approfondimenti completi, precisi e interessanti!
Vorrei proporre una questione che forse esula un po´ dal contesto della discussione: in alcune occasioni mi è capitato di vedere, per edifici di piccole dimensioni e in zone con valori ridotti di accelerazione sismica, fondazioni realizzate con gabbioni elettrosaldati riempiti in sasso e altri inerti a granulometria grossa:
– è corretto rispetto all´analisi delle azioni sulla struttura realizzare le fondazioni con questo tipo di elementi? a livello concettuali ritengo siano molto funzionali soprattutto relativamente al drenaggio di acqua meteoriche e di ristagno.
– in caso di risposta affermativa, come viene realizzato posizionamento e “fissaggio” degli holdown che andranno a connettere fondazioni con elementi in legno? è comunque necessario realizzare il cordolo in cls di separazione tra il fondazioni e trave di legno nobile?
Buona serata!
Buongiorno Sig. Nico
La ringrazio per il suo intervento. Siamo a conoscenza anche noi di alcune realizzazioni con fondazioni in “sasso” e pur riconoscendone alcune potenzialità come lei cita, non è una tecnica che utilizziamo e che consigliamo.
La motivazione è che non esiste una norma specifica a riguardo e non sono ammesse dalle norme tecniche. Inoltre, in assenza di studi più specifici si conosce poco sul comportamento di queste fondazioni in fase sismica. Infine, qualsiasi materiale che viene utilizzato in cantiere deve essere dotato di marchiatura CE e relativa scheda DOP.
La ringrazio
A.M.
C´è una cosa che non mi è chiara. Ma in caso di isolamento della platea (fondazione calda mi pare), non è che l´isolante viene schiacciato e si determinano cedimenti ?
Buongiorno Sig. Nozza
I materiali che si utilizzano in caso di platea calda sono “certificati” per l´uso strutturale e verificati per i carichi a cui vengono sottoposti. Detto questo, un calo fisiologico va tenuto in considerazione, come pure va tenuto in conto un calo delle prestazioni termiche nel corso del tempo. Le scelte progettuali corrette contemplano anche queste considerazioni.
Grazie
A.M.
Grazie della precedente risposta. Ho un altra perplessità che vorrei fugare.
Ho letto da più parti che gli isolamenti nella parte basale, maggiormente soggetta a spruzzi, dovrebbero essere realizzati con materiali impermeabili (es. XPS o vetro cellulare), per evitare infiltrazioni d´acqua. Tuttavia mi chiedo se questo non ostacoli d´altro canto la migrazione verso l´esterno del vapore acqueo interno favorendo quindi fenomeni di condensa a ridosso del legno nella parte bassa dell´edificio. Grazie del chiarimento che vorrà darmi
Buongiorno Sig. Nozza
Quello che sostiene è corretto, si consiglia di isolare la base del fabbricato per i primi 50 cm con un materiale sintetico non sensibile all´umidità. Questo isolante, generalmente non consente la traspirabilità, ma se ci si attiene ad una corretta progettazione di dettaglio si farà in modo che l´isolante sintetico vada a coprire la parte di cordolo e di fondazione in cemento e non la parete in legno. Il tutto perde significato se poi si incolla una guaina bituminosa al legno come spesso si fa.
Grazie
A.M.
Ma questa copertura del legno con guaina bituminosa che ho visto anche io in tanti schemi progettuali, ha qualche controindicazione ? E´ vero che se il legno è isolato dovrebbe essere protetto dall´umidità, ma a pelle è una soluzione che mi convince poco.
Grazie
Buongiorno Gianluigi
anche in questo caso consigliamo di non far aderire guaine di alcun genere al legno per evitare di bloccare la naturale traspirabilità del legno.
Grazie
A.M.
Nell´ultimo schema rappresentato ed indicato come ottimale, come avviene il fissaggio fra parete in legno e cordolo in cemento senza necessariamente forare la guaina?
Buongiorno Daniele
Si può fissare dall´esterno con una piastra dritta oppure all´interno con una piastra angolare. La funzione della guaina è quella di evitare il contatto tra legno ed eventuale umidità di risalita.
Grazie
A.M.
Buongiorno, nell’ultimo disegno risulta assente il marciapiedi esterno, sarà quindi eseguito affiancato?
Se si, si rischierà appunto che con gli assestamenti si disallinei? Mi sfugge qualcosa?
Grazie per la risposta.
Cordiali saluti
Ranzato Roberto
Innnanzittutto chiariamo che non è assolutamente normale che questi incidenti si verifichino in una abitazione nuova. Il costruttore dovrebbe garantire il proprio operato per almeno 10 anni. Il fatto che ci siano infiltrazioni di acqua da un tetto indica senza dubbio che i lavori non sono stati eseguiti correttamente. Per risolvere la questione è necessario eseguire un sopralluogo accurato che identifichi i problemi, la loro estensione e un metodo efficace di ripristino. Ci contatti in privato per un eventuale offerta.
Buongiorno Alex,
a me il costruttore sta proponendo una platea calda con lastre in XPS alta densità e resistenza alla compressione.
Inoltre, per la larghezza del marciapiedi tuttattorno il perimetro della platea creerebbe delle “vasche” lasciando quindi il P.C. lontano dal isolante stesso della platea.
Riepilogo il pacchetto:
magrone 15cm
pannello XPS 16cm risvoltato di 5cm
platea 30cm
cordolo 10cm
guaina
In verticale c’e’ l’isolante in XPS della parete stessa.
Quindi vasca della larghezza del marciapiedi.
Come trova questa soluzione? Spero di essere stato chiaro.
Grazie per la risposta