fasi di confezionamento del cordolo

Il confezionamento del cordolo tradizionale

Negli ultimi articoli ci siamo concentrati sul cordolo di rialzo in cemento armato con lo scopo di analizzare approfonditamente lo stato dell’arte di questo elemento e verificare se sia possibile migliorarne le condizioni e la produzione.

In questo articolo illustreremo le fasi di confezionamento tradizionale del cordolo, evidenziandone le criticità e le prassi di cantiere.

Fasi di confezionamento del cordolo

Generalmente le fasi di confezionamento del cordolo tradizionale prevedono una serie di step ben precisi.

Tracciamento

La fase di tracciamento consiste nel “disegnare” l’esatta posizione del cordolo rispetto alla platea sottostante.

Si tratta di un punto molto importante e delicato. Se viene eseguito sopra la platea, da operatori pazienti e preparati, e si utilizzano cordelle e prismi ottici, non dovrebbe risultare problematico.

Se però il tracciamento viene effettuato sul terreno, senza l’utilizzo del magrone che crea un piano stabile, le possibilità di errore e di imprecisione aumentano notevolmente.

Casseratura e armo

Questa fase serve per costruire le casseforme atte a contenere il getto di calcestruzzo ed a posare l’armatura di tondini in acciaio per il rinforzo del conglomerato.

Generalmente si esegue con pannelli e tavole, non sempre complanari o perfettamente dritte. Il controllo dei livelli e degli allineamenti solitamente risulta difficile e approssimato.

Getto

Questa è la fase in cui il conglomerato cementizio viene colato all’interno delle casseformi ed inizia il processo di indurimento.

Viene generalmente eseguito con calcestruzzo ordinario, gettato e vibrato in opera. Data la consistenza e la granulometria dell’impasto risulta difficoltoso il livellamento della superficie, mentre la precisione in alzato, nella migliore delle ipotesi, si attesta intorno ai 2-3 cm.

Disarmo

In questa fase vengono tolti i casseri ed il manufatto in getto viene lasciato libero di maturare. Questo viene generalmente eseguito a distanza di qualche giorno dal getto del cordolo.

Non rappresenta una fase problematica.

Impermeabilizzazione

A questo punto si rende indispensabile l’impermeabilizzazione della struttura, per evitare sia infiltrazioni d’acqua tra l’esterno e l’interno della abitazione, sia per evitare fenomeni di risalita che potrebbero portare umidità fino al legno per fenomeni di capillarità.

Solitamente viene eseguita in opera, mediante la posa di guaine bituminose a caldo. È una lavorazione problematica, costosa, non sempre efficace ed a volte controproducente.

Spessoramenti

Si tratta di un’operazione resa necessaria dalla mancata precisione in alzato che obbliga ad inserire degli spessori ad intervalli regolari sotto le pareti.

Nei casi più gravi si rende necessario un riempimento dei vuoti con delle boiacche cementizie strutturali di dubbia efficacia.

Da quanto abbiamo visto la realizzazione di un cordolo in cemento armato non è un’operazione veloce ne tantomeno semplice.

Utilizzando il sistema tradizionale il risultato è molto spesso un cordolo impreciso con tolleranze dell’ordine di centimetri, sia in pianta che in alzato.

Su questo vi invitiamo a leggere l’ultimo articolo pubblicato, dedicato agli attacchi a terra sbagliati.

Inoltre l’utilizzo di materiali come boiacche antiritiro, guaine bituminose e gli approntamenti necessari per la loro applicazione rendono il nodo complicato, costoso, lento da realizzare, complesso e poco efficace.

I risultati, infine, sono spesso penosi a fronte di costi molto alti. 

Come risolvere molti dei problemi giù ampiamenti descritti? Abbiamo esposto un metodo innovativo di confezionamento del cordolo nel nostro blog!

Per maggiori approfondimenti sul tema, vi invitiamo a contattarci. Inoltre, vi ricordiamo che è possibile iscriversi alla nostra newsletter, compilando il modulo qui di seguito, per rimanere aggiornati sulle news di settore e ricevere subito un pdf gratuito sulla resistenza al fuoco degli edifici in legno, a cura dell’Ing. Alex Merotto.

2 commenti
  1. Enrico Z
    Enrico Z dice:

    Per la complanarità del piano d’appoggio dei CLT sì potrebbe utilizzare un cls strutturale autocompattante o è del tutto inutile?
    Impermealizzando già all’estradosso della platea, è sufficiente posare la guaina solo sul piano d’appoggio cordolo-clt coprendo lateralmente la platea (contro l’ infiltrazione laterale) nel caso la stessa sia tenuta a filo parete (quindi senza marciapiede), o sbaglio?

    Rispondi

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