Le 5 tipologie di cordoli per l’attacco a terra: quali usare?
Ritorniamo a parlare di fondazioni a platea occupandoci questa volta del dettaglio di raccordo tra platea e parete di legno. Come abbiamo già visto in altri articoli, questo particolare è uno dei più importanti al fine di garantire una corretta durabilità dell’edificio.
L’attacco a terra è il nodo che permette di collegare le strutture lignee in elevazione alla fondazione in cemento armato. La sua funzione principale è quella di trasmettere le forze indotte dai carichi esterni sulla struttura in legno alla fondazione e successivamente al terreno.

Le forze in gioco possono essere di compressione, di taglio e , in particolari condizioni, di trazione. Al fine di assorbire le azioni trasmesse, vengono progettati e installati una serie di apparecchi di appoggio metallici di varie forme e dimensioni.

Un’altra caratteristica imprescindibile di questo dettaglio è la tenuta all’acqua.
Come abbiamo già visto, infatti, l’attacco a terra è uno dei punti più critici per le infiltrazioni d’acqua e conseguente marcescenza in quanto, molto spesso, la parete di legno finisce qualche decina di centimetri sotto terra. Perchè?

Le norme inerenti l’abbattimento delle barriere architettoniche e la prassi di mantenere il livello del giardino alla stessa quota del marciapiede obbligano a mantenere l’estradosso della platea una ventina di centimetri sotto il livello del terreno esterno e, in molti casi, la configurazione del nodo è purtroppo la seguente:

La parete in legno è appoggiata ad una quota inferiore a quella del piano di campagna mentre dovrebbe trovarsi almeno qualche cm fuori terra. Le prassi in cantiere a volte fanno venire i brividi e risulta fondamentale informarsi bene su come venga eseguito questo dettaglio prima di affidare i lavori a qualsivoglia impresa.


Ma come si può fare per evitare problemi di marcescenza nell’attacco a terra?
Come facciamo ad alzare la quota di imposta della parete di legno?
A nostro avviso, il sistema migliore per vincolare a terra un edificio di legno, rimane quello di staccare completamente la struttura in elevazione dalle fondazioni come da schema sottostante e come si fa in altre parti del mondo:

Mentre, per venire incontro alle esigenze degli edifici nostrani, incassati nel terreno, è fondamentale inserire un distanziatore che allontani il legno dalla zona umida.

Quali tipologie di distanziatori possono essere realizzati?
In commercio ne esistono di diversi materiali e forme, ne analizzeremo brevemente alcuni.
Cordolo in legno
Assolutamente non da utilizzare in quanto il cordolo in legno è comunque soggetto a marcescenza in caso di infiltrazione d’acqua.
Le due foto qui di seguito rappresentano lo stesso morale in legno a distanza di 8 anni.



Cordolo in alluminio
È un’ottima soluzione in quanto permette di livellare perfettamente la base di appoggio, ma va comunque eseguito un getto di riempimento alla fine.



Cordolo in acciaio
L’utilizzo del cordolo in acciaio è un’altra ottima soluzione perché permette di livellare perfettamente la base di appoggio, è ispezionabile e permette il drenaggio di eventuali piccole quantità d’acqua. Va comunque eseguito un getto di completamento.



Cordolo in EPS
L’utilizzo del cordolo in eps rappresenta un nuovo sistema. Non necessita di getti di completamento, facile da posare e da movimentare. Rimangono alcuni dubbi sul comportamento dinamico e sulla efficacia delle sigillature tra cls e eps.



Cordolo in cemento

L’ultima soluzione è quella del cordolo in cemento, anch’essa un’ottima scelta per l’alta durabilità e resistenza meccanica.
Riportiamo di seguito una tabella riassuntiva con le varie tipologie di attacco a terra presentate in questo articolo.

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Per avere maggiori informazioni sull’attacco a terra degli edifici in legno vi invitiamo a contattarci o a lasciare un commento a questo articolo, qui sotto.
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ringraziandola di come professionalmente affronta le varie tematiche, in merito alle varie tipologie di attacco a terra ha mai preso in considerazione l’ytong TT (taglio termico)?
Buongiorno Laura
la ringrazio per seguirci e per la sua domanda. Non ho mai utilizzato i blocchi ytong come cordolo di base e non lo consiglio perchè è molto difficile garantire la tenuta all’acqua di un sistema che ha giunti verticali ogni 60 cm. Se poi vado a verificare le indicazioni di posa per i blocchi ytong, trovo che consigliano lo stesso dettaglio che consigliano le DIN per le abitazioni in legno: partire con i blocchi ytong da 30 cm sopra il terreno!
Avete considerato differenti tipologie di attacco a terra classificandole in funzione di alcuni parametri.
Non avete incluso, tra questi parametri, quello relativo all’isolamento termico, cioè la riduzione del ponte termico.
Vi sarei molto grato se voleste spiegarmene il motivo.
Il cordolo di rialzo è un elemento prettamente strutturale, non ne abbiamo volutamente considerato l’aspetto termico perchè, a nostro avviso, l’esasperazione della prestazione termica in questo punto ha portato non pochi problemi alle case in legno. Il cordolo di rialzo deve sostenere la casa e proteggerla nel corso del tempo. Per isolarlo ci sono i materiali isolanti.
Buongiorno ing. e possibile non realizzare il marciapiede esterno? Lasciando solo un giro di ghiaia Drenante all’esterno? Grazie
Buongiorno, la ringrazio per il commento. Evitare di realizzare il marciapiede esterno non è solo possibile ma addirittura consigliabile. La soluzione migliore è proprio quella di sostituire il marciapiede con una trincea drenante come abbiamo evidenziato in altri articoli.
Buongiorno Ing.,
mi chiedevo, nel caso di cordolo ventilato in acciaio, come interverrebbe nell’armare il getto di completamento.
Se il sistema in acciaio viene installato prima del getto con un sistema di livellamento formato da dado e controdado, per l’impresa edile potrebbe essere difficile armare, soprattutto in merito alle staffe (ammesso che servano).
Per i ferri longitudinali non penso ci siano grossi problemi, mi chiedevo se le barre filettate potessero sostituire le staffe, fungendo sia da collegamento con la platea sottostante, sia come “armatura trasversale”.
Grazie