Metodo alternativo per cordolo in cemento armato: protocollo WoodLab
Vogliamo oggi presentarvi un metodo alternativo per cordolo in cemento armato che sperimentiamo ed implementiamo da qualche anno. Negli articoli precedenti abbiamo visto quali sono gli step tradizionali di costruzione del cordolo in cemento, oltre ad averne analizzato problematicità ed obiettive difficoltà, in alcuni passaggi, nell’ottenere manufatti con tolleranze nell’ordine dei 2-4 mm.
La metodologia che vi presentiamo in questo articolo, se seguita correttamente, permette di ottenere risultati con tolleranze di 2-3 mm sia in alzato che in pianta, coniugando la precisione con l’eliminazione dei tempi morti per l’impermeabilizzazione e lo spessoramento.
Vediamo subito quali sono le fasi di realizzazione.

Fase di tracciamento
Si tratta di una delle fasi più importanti e delicate. La fase di tracciamento va eseguita due volte: la prima sul getto di magrone, contemporaneamente al tracciamento della platea, per determinare la posizione delle forchette di ripresa. La seconda, sulla platea, per definire con precisione la posizione dei cordoli e delle aperture.
Il secondo tracciamento è complicato dalla presenza delle forchette di ripresa e va eseguito mediante l’utilizzo di modine, spaghi e fili a piombo. Poi, sulla superficie della platea, si tracciano gli allineamenti con l’aiuto del traccialinee.
È infine fondamentale verificare le diagonali.
Fase di casseratura, impermeabilizzazione e armo
Ogni sbavatura in questa fase si riflette inevitabilmente nel manufatto finale, pertanto anche questo step deve essere eseguito con cura e precisione.
Meglio utilizzare pannelloni da 50 cm di altezza piuttosto che i classici panneli in legno. Assolutamente da evitare l’utilizzo di tavole, morali e pezzi di piccole dimensioni che aumentano la probabilità di errore.
In questa fase si deve posare un cordone bentonitico o waterstop per evitare infiltrazioni nella ripresa di getto ed è opportuno prevedere l’inserimento di alcune camicie per il passaggio degli scarichi e degli allacciamenti.

Fase di tracciamento dei livelli
A questo punto, terminata la casseratura, è necessario battere i livelli di altezza del cordolo. L’operazione va eseguita con l’aiuto di una livella laser, i punti vanno battuti circa ogni 2 metri ed i livelli vanno segnati con dei chiodi, affinchè resti un segno non confondibile.

Getto del calcestruzzo
Si esegue un getto di calcestruzzo addittivato con impermeabilizzante, Penetron in questo caso, avendo cura di fermare il getto un paio di centimetri al di sotto del livello corretto.
Questa differenza verrà colmata nel prossimo passaggio.
In questa fase il getto deve essere eseguito a regola d’arte e correttamente vibrato in modo da confezionare un elemento compatto e poco poroso.
Non è necessario concentrarci sulla precisione di rifinitura della parte superiore del getto.
Boiacca di livellamento
Il giorno successivo, il cordolo può essere completato, portandolo al livello finale, utilizzando una malta strutturale antiritiro autolivellante.
Questa lavorazione si esegue mantenendo i casseri in posizione e colando la miscela fluida all’interno dei casseri.
La boiacca si distribuirà uniformemente e si livellerà con il minimo sforzo grazie alla gravità.
In questo breve video è visibile la facilità dell’operazione e l’utilità del posizionamento dei chiodi come riferimento:
Fase di disarmo e verifica dei livelli
Trascorso il tempo di maturazione, dopo qualche giorno, è arrivato il momento di togliere le casseformi e verificare la qualità del prodotto finito.
È buona prassi eseguire questa operazione con una certa delicatezza in quanto il calcestruzzo non è ancora indurito completamente e alcuni dettagli potrebbero saltare.

A questo punto, una volta che il cordolo sarà maturato completamente, non sarà necessario eseguire alcuna operazione ulteriore.
Il getto si è rivelato molto preciso e, pertanto, non sarà necessario alcun spessoramento, alcuna posa di sistemi impermeabilizzativi né contro il cemento, impermeabilizzato, né contro il legno, posizionato 15 cm sopra il piano di campagna.
La posa della parete sarà veloce, sicura e precisa, come pure la posa dei relativi ancoraggi.



Come possiamo concludere?
Questo metodo permette:
- di avvicinare il mondo del calcestruzzo a quello delle costruzioni in legno per quanto riguarda le tolleranze geometriche,
- di eseguire la costruzione di un elemento fondamentale per la salubrità del fabbricato in maniera rapida, precisa ed economica,
- ci permette di eliminare l’uso delle guaine bituminose, un materiale poco idoneo ad essere utilizzato con il legno.

Certo, il punto più critico è sicuramente la ripresa di getto tra fondazione e cordolo. In questo punto risulta fondamentale l’inserimento di un waterstop bentonitico che sigilli completamente eventuali fessure che si dovessero formare lungo le riprese di getto.
Un’altra buona soluzione è quella di utilizzare additivi impermeabilizzanti nei calcestruzzi. Prodotti come Penetron, se utilizzati sia in fondazione sia sui cordoli, garantiscono una tenuta all’acqua pressoché assoluta.
Per evitare che la parete appoggi poi solo su di una porzione di cordolo, è bene prevedere un cordolo leggermente più largo della parete, in modo da assorbire eventuali imprecisioni.
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In regalo un PDF sulla resistenza al fuoco del legno, a cura dell’ing. Alex Merotto.
Buongiorno Alex, come viene fissata la parete in legno al cordolo in cemebto con riferimento alla penultima foto? La parete più o meno centrata impedisce di utilizzare sia fissaggi di tipo “plate” sia fissaggi angolari.
La parete non è centrata ma allineata sul filo esterno, proprio come si vede nelle ultime due foto. Nel caso specifico la parete ha uno spessore di 19 cm mentre il cordolo di 20. Per i fissaggi si utilizzano ancoraggi di tipo plate all’esterno.
Grazie
Buongiorno Alex,
vorrei costruire la mia abitazione in legno e sono particolarmente interessato ai vostri articoli.
Una domanda le 2 strisce che si vedono nella penultima foto sul cordolo a cosa servono? Di che materiale sono?
Il tutto serve per sigillare al passaggio dell’aria?
Grazie per la risposta
Buongiorno e grazie. I due cordoni che si vedono nelle foto sono cordoni butilici e servono per garantire la tenuta all’aria tra parete e cordolo.
Alex
Egr. Ingegner Alex Merotto, le faccio i complimenti per la professionalità e la ringrazio per le utili informazioni che condivide con noi lettori. Ho acquistato il suo libro e l’ho trovato estemamente istruttivo.Sto costruendo una casa in bioedilizia, sulla base dei suoi insegnamenti ,vista la presenza di un marciapiede, sto facendo predisporre un rialzo in ca per evitare i problemi da lei evidenziati. Vorrei chiederle info sulle guide e guaina interposta tra il cordolo e la parete visibile sull’ultima foto in basso, link o marche suggerite.
La ringrazio
Mario Tarullo
Buongiorno Mario e grazie per seguirci. La parete è stata approntata con del freno vapore e due cordoni butilici per garantire la tenuta all’aria tra cordolo e parete.
Buongiorno Alex, cosa ne pensi della possibilità di realizzare il cordolo utilizzando blocchi di cemento cellulare IDRO?
Si posano senza armatura, è possibile inserire il cordone butilico, si possono lavorare semplicemente per regolare l’altezza, consentono la foratura postuma per il passaggio degli impianti (es. con una fresa tazza). Grazie.
Buongiorno, la ringrazio per la domanda. Personalmente credo che lavorare con i blocchi abbia il grande difetto di rendere quasi impraticabile la tenuta all’acqua. Come abbiamo visto nell’articolo, una delle funzioni principali del cordolo è la tenuta all’acqua e utilizzare un sistema con così tanti giunti verticali mi sembra molto macchinoso e rischioso.
Buona giornata
A.M.
Gent.mo Ing. se ho ben capito il manufatto in CA è a tenuta d’acqua per effetto dell’additivo impermeabilizzante del calcestruzzo e l’applicazione di cordoni bentonitici alle riprese dei getti.
Quindi non c’è bisogno di guaine impermeabilizzanti. E’ proprio così?
Può, però, cortesemente spiegarmi la funzione del freno vapore all’interfaccia tra cordolo e parete in legno?
Altra questione: avendo a che fare con pareti da 10 cm (Xlam) fino a che larghezza minima ci si potrebbe spingere con lo spessore della parete in CA?
Grazie per le sue cortesi risposte.
Buongiorno Alex,
ho letto con molto interesse la tua metodologia per il cordolo impermeabilizzato con additivo e volevo adottare la stessa metodologia per una casa in pareti Xlam che sto costruendo.
Volevo cortesemente sapere se hai gettato con l’additivo tutto il cls della fondazione (platea, travi rovesce etc) o solo il cordolo di rialzo sotto il muro in legno?
Grazie per la tua risposta.
Buongiorno Nicola,
l’additivo deve essere utilizzato su tutta la fondazione al fine di creare una vasca impermeabile.
Buongiorno,
sono in fase di realizzazione di una platea di cemento armato per la costruzione di una casa in legno.
La platea ha uno spessore di 30cm, e poi ci sono i cordoli sempre in cemento armato di ulteriori 30cm.
Il piano finale dei 30cm dei cordoli sarà all’incirca il piano finito del pavimento interno.
Questo spessore di 30cm ospiterà l’isolamento di xps di 10cm, massetto alleggerito di 10cm di copertura impianti, pannello riscaldamento a pavimento, massetto radiante e pavimento.
Ora per i passaggi impiantistici degli scarichi, l’ingegnere è più propenso soprattutto in corrispondenza dei wc dei bagni, a passare all’interno dell’armatura della platea e uscire lateralmente, mentre l’idraulico propone di non passare nella platea, ma di fare solo degli attraversamenti laterali sul cordolo e lavorare con tutti gli scarichi e altri impianti nei primi 20cm che ospiteranno impianti e isolamento (gli altri 10cm lasciarli al riscaldamento a pavimento, massetto radiante e pavimento), così da avere più flessibilità anche se successivamente si vuole fare qualche spostamento.
Se possibile avere un vostro parere su entrambe le soluzioni.
Grazie.