tetti piani case in legno

Tetti piani negli edifici in legno: quanto può rivelarsi una scelta rischiosa?

Alcune settimane fa abbiamo pubblicato degli articoli dedicati alla ventilazione dei tetti in legno per fare una corretta introduzione al tema di cui parleremo in questo articolo.

Si tratta, infatti, di un argomento delicato: i tetti piani. 

Nonostante i tetti piani siano una tipologia di copertura che gli edifici in legno non gradiscono per niente, le richieste per questi tipi di copertura sono sempre più frequenti. E dal momento che le richieste ultimamente contemplano proposte di pacchetti sempre più complessi e articolati, riteniamo che sia utile fare un po’ di chiarezza. 

I tetti piani sono una tipologia edilizia che nasce nei paesi mediterranei a clima caldo/arido caratterizzati da precipitazioni rare e da un clima asciutto.

Il principale problema delle coperture piane è infatti lo smaltimento delle acque meteoriche che, a causa della pendenza di qualche grado, risulta difficoltoso.

centro storico ostuni
Centro storico di Ostuni (wikipedia)

Se le precipitazioni sono contenute e poco frequenti, il sole ha la possibilità di asciugare l’umidità che rimane nella copertura e il sistema funziona bene, se però il clima è diverso e le precipitazioni sono frequenti o abbondanti come nel centro/nord Italia, i tetti piani hanno ben poche possibilità di mantenersi stagni nel corso degli anni.

Va detto che questo non dipende dal tipo di struttura che si utilizza, perché anche i tetti piani costruiti con tecniche tradizionali soffrono di molti problemi di infiltrazioni.

Ma, se nel tradizionale una piccola infiltrazione rappresenta una seccatura, negli edifici in legno può rivelarsi una situazione potenzialmente catastrofica.

portico sotto tetto piano
Portico sotto a copertura piana. La struttura deve essere demolita.

Sconsigliamo fortemente, quindi, l’utilizzo di tetti piani, terrazzi calpestabili e tutte quelle forme che possono diventare delle vasche per l’acqua piovana, è l’unico modo per non avere problemi nel lungo termine.

Per tutti quelli, invece, che non sono d’accordo con questa presa di pozione e ritengono che le moderne tecnologie possano risolvere tutti i problemi, continuiamo l’articolo indicando alcune precauzioni di massima per la progettazione ed esecuzione di questo elemento.

Come evitare problemi di infiltrazione?

Innanzitutto chiariamo che la marcescenza in un tetto piano può verificarsi per due fenomeni fondamentali:

  • infiltrazione d’acqua per mancata tenuta all’acqua,
  • condensazione del vapore all’interno del pacchetto di copertura.

La questione dell’infiltrazione è banale, dipende dai materiali utilizzati per l’impermeabilizzazione e dalla posa della stessa. Va fatto notare che l’equivalenza “se funziona sul cemento, funziona sul legno” non può essere in nessun caso utilizzata.

solaio di copertura marcio
Intradosso del solaio di copertura. L´acqua è filtrata all´interno attraverso tutti gli strati.

I materiali impermeabilizzanti di più comune diffusione sono nati per essere applicati su supporti cementizi e quindi stabili. Il legno non è stabile, si muove, si fessura, si imbarca, si dilata e si contrae.

In questi continui movimenti, le classiche regole di impermeabilizzazione non sono adeguate e rivelano in breve tempo i loro limiti.

Infiltrazione d'acqua sul tetto
Segni visibili di infiltrazione dall´alto su tetto piano a vasca.

Senza contare che le garanzie di 10 anni che questi prodotti danno non sono minimamente adeguate per garantire una copertura che ha un’aspettativa di vita di almeno 50 anni.

Questo senza entrare nel merito della posa, che meriterebbe un articolo a parte, in quanto trovare dei posatori che rispettino le linee guida in maniera rigorosa è oramai assai difficoltoso.

impermeabilizzazione con guaina
L´estradosso della copertura con l´impermeabilizzazione con guaina bituminosa.

Nel considerare il problema della infiltrazione d’acqua in un tetto piano si deve considerare che la stesa del manto di impermeabilizzazione deve rigorosamente avvenire seguendo le linee guida di prodotti studiati specificatamente per le coperture in legno.

linee guida manto impermeabile
Linee guida di posa di manto impermeabilizzante a base di membrana bituminosa elastoplastomerica con corretta procedura di posa. (Capitolato tecnico index).

Si possono usare le guaine bituminose elastoplastomeriche, a patto di seguire le indicazioni di posa di quelle aziende che hanno fatto specifici studi di durata sui supporti a base legno e che garantiscono durate almeno trentennali.

posa guaina sbagliata
Si parte subito con il piede sbagliato! Chi ha posato questa guaina dovrebbe dedicarsi ad altre attività.

In alternativa si possono usare schermi e membrane termosaldabili in EVA, PVC o EPDM sempre a patto di seguire rigorosamente le indicazioni del produttore e utilizzare tutti i pezzi speciali necessari.

schema di posa membrana eva
Schema di posa per membrana in EVA, specifica per supporti a base legno.

La questione della condensazione del vapore all’interno del pacchetto è invece una questione molto discussa ultimamente.

Da un lato chi segue le indicazioni della fisica tecnica di base che impongono l’utilizzo di pacchetti ermetici alla permeabilità, dall’altro chi segue le ultime indicazioni commerciali e le novità tecnologiche dei teli igrovariabili che promettono il funzionamento dei tetti piani ventilati.

Con quale sistema sono realizzati i tetti piani in legno?

I tetti piani sono sempre stati realizzati con il sistema del pacchetto chiuso. Dal momento che non posso ventilare il pacchetto perché non ho pendenza, e di conseguenza non posso smaltire vapore, devo fare in modo che il vapore non entri nel pacchetto.  

Con questo semplice concetto di base si realizzano dei pacchetti con la seguente stratigrafia:

leggenda tetto pacchetto chiuso

Questi pacchetti funzionano bene se posati correttamente e con la massima attenzione. 

Il problema principale, e il fattore che spaventa molti nell’utilizzo di questo sistema, è che se accidentalmente si crea una lacerazione nella barriera, il vapore entra nel pacchetto e non ha nessuna possibilità di uscita, creando i danni che conosciamo.

È fondamentale una cura maniacale perché il tetto piano non perdona errori.

Inoltre dal momento che si tratta di una superficie non traspirante, per evitare accumuli interni ci si dovrà occupare di far uscire l’umidità dalle stanze con sistemi meccanici (VMC). 

Proprio per ovviare al problema della eventuale lacerazione della barriera e seguendo la concezione che tutte le superfici debbano essere traspiranti, ultimamente, si vedono sempre più proposte di tetti piani ventilati confezionati con stratigrafie simili a questa:

tetto piano ventilato

Il concetto che si vuole riproporre è quello del pacchetto traspirante del tetto inclinato, quindi un freno e un traspirante che mi regolano il passaggio del vapore all’interno del pacchetto e uno strato di ventilazione che si occupa di portare fuori il vapore.

Nell’articolo precedente avevamo sostenuto che il motore di tutto il sistema è la pendenza, senza pendenza non si instaurano moti convettivi che possano portare ad un effettivo flusso d’aria e tutto si ferma.

E, infatti, la camera di ventilazione che viene proposta non funziona. 

In breve tempo si riempie di vapore fino a saturazione e inizia a marcire. Alcune elaborazioni con programmi di simulazione hanno calcolato che per avere un effettivo ricambio d’aria all’interno di un vano di ventilazione di un tetto piano, dovrei avere un’altezza media della camera di 30/40 cm.

Le camere di ventilazione proposte hanno altezze di pochi cm e i risultati sono questi a 3 anni dalla posa:

pacchetto di ventilazione marcio

Il pacchetto di ventilazione è completamente andato. Si intravede il telo traspirante e, al di sotto, la fibra di legno, che è compromessa.

Questi sistemi sono, a nostro parere, da evitare fortemente.

L’aria non si muove solo perché nel disegno è stata messa la freccetta e gli aereatori possono anche diventare delle vie d’acqua in presenza di forte vento.

Anche se i software di simulazione dinamica vi rassicurano sul funzionamento, personalmente non procederei in questa direzione.

Rimaniamo in attesa delle vostre personali considerazioni sul tema, invitandovi a commentare qui sotto l’articolo.

Infine, vi ricordiamo di iscrivervi alla nostra newsletter per rimanere aggiornati sugli argomenti legati alle costruzioni in legno e per ricevere, in omaggio, un PDF sulla resistenza al fuoco degli edifici in legno, a cura dell´ing. Alex Merotto.

13 commenti
  1. Luca Barcella
    Luca Barcella dice:

    Sono un architetto che ormai da alcuni anni segue la progettazione e produzione di edifici in legno, chiavi in mano. I tetti piani sono effettivamente un nodo tecnico critico. Vi ringrazio per alcune analisi proposte. L´auspicio è che si possano ottenere tecnologie sicure perché purtroppo il mercato odierno richiede anche edifici in legno con coperture piane. Adottare pendenze con il 3%, strutture a vista, posa asciutta, VMC, ottima tenuta all´aria e telo igrovariabile credo siano fattori imprescindibili.

    Cordiali saluti

    Rispondi
    • Alex Merotto
      Alex Merotto dice:

      Buongiorno Luca

      Sicuramente ci sono degli aspetti tecnici che se rispettati permettono di eseguire delle coperture “piane” efficaci. Generalmente però, le regole da rispettare sono talmente restrittive che non si può già più parlare di tetto piano, ma sarebbe meglio parlare di tetto a bassa pendenza. La classica soluzione del tetto piano calpestabile con i muretti a “vasca”, per esempio, è fortemente da evitare. Inoltre si deve sempre fare i conti con la manutenzione e la tipologia di fabbricato: se per esempio, in un edificio multipiano è tollerabile sostituire il manto di impermeabilizzazione ogni 10 anni, la stessa cosa è be diversa in una abitazione monofamiliare a uno o due piani.

      Grazie

      A.M.

      Rispondi
  2. Alessandro
    Alessandro dice:

    Salve sono un committente di una costruzione in legno, con terrazzo di 7×2.5m che ci servirà principalmente come copertura del piano terra. pensavo anche ad un pavimento galleggiante per agevolare la manutenzione della guaina impermeabile, oppure è preferibile la posa di un pavimento incollato con tutta la stratigrafia degli isolanti?
    Grazie

    Rispondi
    • Alex Merotto
      Alex Merotto dice:

      Buongiorno Alessandro,
      la sconsigliamo vivamente di realizzare questo tipo di terrazzo piano sopra ad un ambiente abitabile. Le probabilità di insuccesso sono troppo alte e le conseguenze di una infiltrazione potenzialmente disastrose. In ogni caso, tra le due soluzioni è da preferire il pavimento galleggiante.

      Grazie
      A.M.

      Rispondi
  3. Ale
    Ale dice:

    Buongiorno, sto costruendo una struttura adiacente all’abitazione con tetto in legno piano con muri di contenimento a vasca….. Purtroppo ormai è già stato progettato e strutturato così, come posso realizzare il pacchetto sopra le perline per evitare problemi futuri.
    Pensavo a guaina isolante tipo fibra di legno, strato di tavolato con inclinazione massima raggiungibile per non uscire dai muretti contenitivi ed altro strato di guaina…

    Rispondi
    • Alex Merotto
      Alex Merotto dice:

      Buongiorno, come già accennato, il problema dei tetti piani è un problema complesso. Nei casi come il suo in cui bisogna trovare una soluzione tecnica adeguata ad una progettazione non corretta è necessario procedere con la massim attenzione e perizia. Nello specifico non si tratta solo di scegliere una stratigrafia o dei materiali ma bensì di progettare esecutivamente tutto il tetto tenendo conto di isolamenti, condense, impermeabilizzazioni e pendenze. Il tutto va poi integrato con un progetto dell’impermeabilizzazione fatto ad hoc. Qualora abbia bisogno di supporto non esiti a contattarci.
      Grazie A.

      Rispondi
  4. Cosimo Giancola
    Cosimo Giancola dice:

    Sono un geometra, mi occupo principalmente di costruzioni in pietra con sistemi voltati. Ultimamente per esigenze di ridurre la massa di una copertura piana da realizzarsi in sopraelevazione, su un vecchio edificio esistente, avevo pensato ad una bella copertura in legno. Effettivamente ho iniziato a cercare di capire come proteggere la struttura nel tempo, ma da inesperto non ho trovato alcuna certezza nei sistemi proposti in consuetudine. Il suo articolo mi ha delucidato, complimenti, bisogna saper dire di NO.

    Rispondi
  5. Cosimo Giancola
    Cosimo Giancola dice:

    Pongo un quesito: La realizzazione di una struttura mista collaborante legno/caldana in c.a con opportuna coibentazione, drenaggi e pavimentazione della terrazza, è un sistema che potrebbe risultare congura in termini di costi/benefici, e durata?

    Rispondi
    • Alex Merotto
      Alex Merotto dice:

      Buongiorno, la ringrazio per il suo commento ma credo che quella che ha proposto sia una delle situazioni più problematiche possibili. L’uso di soluzioni derivanti dall’edilizia tradizionale negli edifici in legno porta generalmente a grossi problemi di durabilità nel breve periodo. La soluzione migliore, ai fini della durabilità consiste nel procedere con l’isolamento a secco e affidare la protezione all’acqua a delle membrane tecniche termosaldate come eva, pvc, ecc.

      Rispondi

Trackbacks & Pingbacks

  1. […] un fabbricato in legno. Avanziamo l’idea che è forse ora di ripensare a come fare i terrazzi e i tetti piani, perché soffocare il legno con decine di cm di spessore di riempimenti e guaine per poi posarci […]

  2. […] che al momento è al limite, e l’intera copertura, che è stata realizzata con tipologia di tetto piano […]

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *