Coperture ventilate e camera di ventilazione: cosa succede se viene ostruita? [Caso Studio]
Questa settimana torniamo nuovamente sull’argomento delle coperture ventilate.
Negli articoli precedenti avevamo illustrato come si esegue correttamente una copertura ventilata e quali sono gli errori da evitare.
In quegli articoli avevamo sottolineato l’importanza di curare l’uscita della ventilazione sottocoppo e di assicurarsi che non ci fossero impedimenti all’uscita dell’aria.

Questo perché, da una parte, è fondamentale che non si accumuli vapore all’interno del pacchetto, dall’altra perché, per un certo periodo, era prassi diffusa di alcune maestranze tappare volutamente l’aereazione al colmo per paura di eventuali infiltrazioni d’acqua.
Ma cosa succede quando si ostruisce l’uscita della camera di ventilazione?
E il timore di infiltrazioni d’acqua è ingiustificato o si rischia effettivamente di avere infiltrazioni?
Per rispondere a queste domande riportiamo brevemente gli schemi di funzionamento del tetto ventilato in camera sottile alla luce della legge delle 4D e riporteremo un caso in cui la ventilazione era stata erroneamente ostruita, per capire quali sono state le conseguenze.

Secondo la legge delle 4D una copertura deve garantire, attraverso i vari strati, la coesistenza di 4 linee di difesa che devono lavorare assieme: Deflection, Drainage, Drying, Durability.
Il manto di copertura si occupa della Deflection, ovvero dell’allontanamento della maggioranza dell’acqua meteorica dalla parte sensibile.

È perfettamente normale che una parte delle precipitazioni si infiltri dal manto di copertura e raggiunga gli strati più interni. Dagli stuti effettuati negli Stati Uniti, sembra che circa il 92% della precipitazione venga deviato dal manto di copertura, mentre il restante 8% filtra attraverso i giunti tra le tegole o i coppi, oppure proprio dai fori dell’aereazione sottocolmo.
È a questo punto che interviene la seconda linea di difesa, Drainage, con il compito di allontanare il più velocemente possibile la maggior parte dell’acqua che si è infiltrata sotto il manto di copertura.

In questo senso, la posa di una membrana traspirante con funzione di tenuta all’acqua svolge perfettamente la sua funzione, a patto di rispettare strettamente le indicazioni di posa.
Infine, per consentire l’asciugatura del pacchetto dall’eventuale umidità interna ed esterna che si potrebbe infilare all’interno dei vari strati, è molto importante garantire il terzo punto, Drying.

Utilizzando i materiali e le stratigrafie corrette è quindi possibile garantire una traspirabilità che permette all’isolante di mantenersi asciutto e sano.
Il quarto punto, Durability, riferito alla durabilità naturale delle specie legnose, si declina, nel caso del tetto, con la scelta di opportune specie legnose per le parti più sollecitate, come è il caso dei manti in scandole che vengono realizzati in abete invece che in larice.
Da quanto abbiamo visto, i pacchetti ventilati tengono conto di infiltrazioni d’acqua dal colmo ventilato e pertanto la tenuta all’acqua viene affidata alla membrana traspirante e non al manto di copertura.
È un grosso errore chiudere l’aereazione e può avere conseguenze molto gravi.
Coperture ventilate: cosa succede se si impedisce all’aria di uscire?
In linea teorica, la camera di ventilazione ha varie funzioni, si occupa infatti di raffrescare il manto di copertura in configurazione estiva, permette di creare un percorso di drenaggio per l’acqua, ma principalmente ha il compito di raccogliere il vapore che fuoriesce dall’abitazione e portarlo all’esterno.
Se impedissimo all’aria umida di uscire, in breve tempo, si formerebbe prima all’interno della camera di ventilazione, poi all’interno dell’intero pacchetto di copertura, una zona di aria satura di umidità che durante la notte condenserà inevitabilmente, dando luogo a zone bagnate all’interno del pacchetto e ponendo, così, le basi per il marcimento della struttura.
Caso studio: un colmo ventilato non correttamente realizzato
Nella pratica, un nostro cliente ci ha chiamati qualche mese fa segnalando che aveva notato delle macchie di umidità all’esterno dell’abitazione, vicino al colmo nelle perline dello sporto.

Una zona insolita per la formazione di umidità di condensa.
È stato quindi deciso di eseguire una piccola indagine termografica che ci ha permesso di rilevare una anomala presenza di vapore all’interno della camera di ventilazione, dovuta probabilmente all’aria umida al suo interno che cercava una via d’uscita.

Si è deciso quindi di verificare il colmo, rimuovendo le tegole che lo nascondevano.
Le foto che mostriamo rivelano l’errore, il tentativo di sigillare quanto doveva rimanere libero utilizzando una bandella metallica non idonea.

La fascia metallica è stata rimossa e le tegole sono state ripristinate al fine di verificare se l’ipotesi era corretta. Dopo solo alcuni giorni le macchie di umidità sono scomparse e il pacchetto isolante si sta rapidamente asciugando.
Fortunatamente non ci sono state conseguenze gravi, principalmente per la prontezza del committente che si è accorto del problema e ha subito cercato di porvi rimedio.

Altri casi sono stati meno fortunati e si sono trovati con l’intera copertura da rifare.
Vi invitiamo a lasciare un commento in proposito, riportando eventuali casi reali di analisi per condividere opinioni in merito a questo tema delicato ma fondamentale, quando si tratta di pacchetti di copertura.
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In omaggio un PDF gratuito dedicato alla Resistenza al fuoco degli edifici in legno, scritto da ing. Alex Merotto.
Buonasera, la banda Metallica viene utilizzata in tutti i sistemi di ventilazione ad esempio da Wierer e viene chiamato metalvent, in molteplici istallazioni non ho mai riscontrato problemi..qui evidente il problema era questo ma non mi sentirei di colpevolizzare del tutto,il costruttore perché in molteplici sistemi ,si vede questa posa..
Buongiorno possiedo una casa con tetto ventilato e fotovoltaico costruita 8 anni fa ho avuto infiltrazioni a catinelle in 2 punti distinti in occasione di un temporale con forte vento e tutti i giorni sento volatili entrare nel sottotetto, oramai hanno distrutto tutto lo strato isolante. Cosa consigliate? E’ normale tutto ciò per un edificio di nuova costruzione?
Il marciapiede, anostro avviso, è un elemento anacronistico. Comporta molti svantaggi, è costoso e ha scarsa utilità. Sconsigliamo di realizzare i marciapiedi classici in cemento e paistrelle a fronte di soluzioni più leggere e sostenibili come deck galleggianti in legno o trincee in ghiaia.