Vantaggi e punti critici del cordolo in cemento
Dopo aver analizzato a livello generale le cinque tipologie di cordoli per l’attacco a terra degli edifici di legno, riprendiamo il discorso andando più nello specifico, analizzando la soluzione del cordolo in cemento armato.
Come abbiamo visto nei precedenti articoli, la scelta di rialzare la quota di imposta delle pareti di legno con un cordolo in cemento armato è molto diffusa.

Quest’ampia diffusione è dovuta principalmente all’economicità ed alla funzionalità di realizzare questo elemento in getto.
Ma oltre ad una serie di vantaggi, questo metodo ci mette di fronte anche ad alcuni limiti che vanno conosciuti al fine di ottenere un buon risultato.
Vantaggi dell’utilizzo di un cordolo in cemento
Il vantaggio principale di utilizzare un cordolo in cemento risiede nella economicità e nella flessibilità di utilizzo.

Utilizzando le casseforme è possibile realizzare qualsiasi forma con poche difficoltà, inoltre si tratta di un materiale conosciuto con cui gli operatori hanno dimestichezza.
Infine, dal punto di vista della durabilità, il cordolo in cemento ha ottime prestazioni e non teme in alcun modo l’acqua.
I punti critici di questo sistema e come risolverli
Analizziamo nel dettaglio quali sono i punti critici e cosa è necessario fare per evitarli o risolverli in maniera efficace. Vi mostriamo prima di tutto un elenco qui di seguito:

La tenuta all’acqua del cordolo in cemento
Il primo punto critico lo possiamo individuare nella tenuta all’acqua.
Abbiamo detto che il cemento armato non teme l’acqua e non si degrada rimanendo a contatto con ambienti umidi. Però attenzione: noi vogliamo che il nostro cordolo svolga anche la funzione di tenuta all’acqua, impedendo qualsivoglia infiltrazione d’acqua dall’esterno all’interno.

Per far sì che svolga appieno la sua funzione, solitamente si interviene applicando delle guaine bituminose al getto in cemento, ma questa non è una soluzione ottimale.

Analisi del ponte termico
Un secondo problema è rappresentato dalla questione termica e dall’analisi del ponte termico.
La disposizione dell’isolante deve essere coerente con un’analisi termica del nodo al fine di evitare la formazione di ponte termico in un punto molto pericoloso per la formazione di condensa. Questa problematica è comune a tutti i sistemi di rialzo.

A questa problematica si pone rimedio in maniera efficace provvedendo ad isolare adeguatamente la fondazione in cemento armato o, in alcuni casi più rari, inserendo un disgiuntore termico tra fondazione e parete.


Mantenere la precisione
Infine il punto critico più scomodo, la precisione. Sia in pianta che in alzato, è difficile ottenere precisioni sotto al centimetro quando si lavora con il cemento armato.
È una questione di consuetudine: nel cantiere tradizionale si lavora al centimetro, mentre le lavorazioni del legno hanno tolleranze inferiori al mm.
Nel punto di contatto tra le due tecnologie è inevitabile che ci siano dei problemi.

Dal punto di vista della precisione in pianta, si riscontrano spesso fuori squadra e disallineamenti dovuti alla difficoltà nel mantenere stabili le casserature durante la fase di getto.

Ma il problema più grande rimane quello della imprecisione in alzato. Non è raro, infatti, trovare differenze di quota anche di qualche centimetro tra un punto e l’altro dello stesso cordolo, come si vede dalle foto:
Quali soluzioni si adottano di solito?
Le invenzioni a cui in questi anni ci siamo trovati di fronte in cantiere, per tentare di risolvere la questione, sono tra le più fantasiose e testimoniano lo spirito creativo italiano, ma il più delle volte si tratta solamente di bombe ad orologeria.

Spessori in legno, spessori in ferro, getti di boiacche antiritiro e getti di cordoli che annegano il legno…
Nessuna di queste può ovviamente dirsi una soluzione ottimale o definitiva, ed alcune di esse sono addirittura pericolose per la durabilità del legno.
Nel prossimo articolo ci concentreremo nel descrivere un metodo di confezionamento del cordolo che abbiamo sviluppato in questi anni e che ha preso il nome di Protocollo Woodlab.
Nel frattempo vi invitiamo a condividere l’articolo sui vostri canali e ad iscrivervi alla nostra newsletter per non perdere i prossimi contenuti. In omaggio un PDF dedicato alla resistenza al fuoco degli edifici in legno, a cura dell’ing. Alex Merotto.
soluzione interessante e pratica. L’accuratezza del cordolo rialzato è fattibile al mm in quanto lavorando sul piano della platea si possono fare verifiche anche sulle diagonali e quindi essere allineati con la struttura in legno.