Come funziona un albero (seconda parte): l’alburno e il durame
Abbiamo iniziato a parlare del funzionamento di un albero qualche settimana fa, concentrandoci sul capire qual è il processo alla base dell’intero organismo.
Riprendiamo quanto detto a proposito del fusto e cerchiamo di approfondire riguardo l’alburno e il durame: si tratta di due parti del tronco di un albero molto differenti tra loro.
La differenza tra alburno e durame
Il durame è composto da cellule cilindriche morte, non più utilizzate dall’albero, che contiene meno liquidi e meno sostanze zuccherine. È la parte più pregiata, la più durevole, in quanto povera di zuccheri, e quella che sostiene la pianta.
L’alburno invece è la parte più esterna del tronco, quella ancora utilizzata dall’albero per trasportare la linfa, contiene più acqua, più sostanze zuccherine, è più morbida e deperibile.
Le caratteristiche meccaniche sono simili tra loro ma non lo sono le caratteristiche di durabilità.
In molte specie legnose è facile individuare la differenza, in quanto il durame si presenta più scuro per via di numerose sostanze, i tannini, che servono a preservare il legno e che vengono stoccate all’interno del durame.
Tuttavia per altre specie, denominate a durame indifferenziato, non è così immediato trovare il punto di passaggio. Tipicamente nelle conifere la differenza è molto meno marcata rispetto alle latifoglie, principalmente per l’assenza di tannini nelle conifere.
In Falegnameria si tende ad utilizzare solo il durame.
Utilizzando principalmente legno di latifoglie, i falegnami dovrebbero fare i conti con brusche variazioni cromatiche se utilizzassero anche l’alburno.
Cosa viene utilizzato in edilizia?
In edilizia però, dal momento che si utilizza principalmente abete rosso, durame indifferenziato, è molto più facile che si utilizzi anche parte dell’alburno. Nessun problema dal punto di vista meccanico, ma qualcuno dal punto di vista della durabilità in quanto le parti di alburno saranno attaccate con più facilità dagli insetti xilofagi.
Se consideriamo come è stato tagliato questo tronco di abete è facile capire come ci siano elementi tutti all’interno del durame, altri con percentuale di durame predominante ma presenza di alburno, altri ancora con predominante presenza di alburno.
Il mercato dei segati tiene conto di questo fattore nell’utilizzo dei sottoprodotti?
Si, da un punto di vista economico, nel senso che le parti nobili avranno un costo maggiore rispetto a quelle periferiche; no, da un punto di vista del prodotto finale.
L’azienda che produce lamellare o clt è libera di scegliere la qualità di tavolato che preferisce e dal momento che molto spesso è una questione economica le differenze sono notevoli come avevamo dimostrato in questo articolo.
Continueremo ad approfondire questo tema nelle prossime settimane.
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