edifici storici in legno in liguria

Uno sguardo al passato: edifici storici di legno e muratura in Liguria

Questa settimana abbiamo il piacere di ospitare un articolo di introduzione sulle costruzioni storiche in legno e muratura in Liguria. 

Ne seguiranno altri di approfondimento sullo stesso argomento con l’intenzione di dare rilievo a sistemi e tecniche costruttive utilizzate in passato ma che ci possono dare valide indicazioni per il presente.

Un perfetto esempio di questo lo abbiamo visto parlando del Ponte di legno di fine ‘600, in Austria.

Ringraziamo gli autori per la loro dedizione e per la condivisione di questo lavoro.

Linda Secondini 
linda.secondini@outlook.com

Laureata nel 2016 in Laurea Magistrale in Architettura con voto 110/110 e lode con la tesi “Studi e ricerche su sistemi intelaiati in legno in ambito ligure. Conoscere per conservare”
Rel. Prof. Arch. Daniela Pittaluga, Co-rel. Prof. Ing Giorgio Mor, Arch. Gerolamo Stagno presso la Scuola Politecnica di Genova.

È membro del comitato organizzatore del RIPAM 2017 di Genova. Ha partecipato a convegni internazionali e nazionali ed è stata relatore a corsi e presentazioni sulla “Conoscenza delle case storiche a telaio in legno presenti in Liguria”. Ha pubblicato articoli e posters sulle tematiche del legno antico a convegni internazionali come RIPAM, SHATIS e Systematic approach to preservation of wooden architecture monuments in Russia.

Gerolamo Stagno 
stagno@libero.it

Laurea in Architettura nel 1990, Specializzazione in Restauro dei Monumenti

1995 Apertura dello Studio Tecnico Diagnostico Diagnostico.

Dal 1996 tutt’ora operante nel settore delle Prove Non Distruttive e della Diagnosi sui seguenti materiali: conglomerato, legno, muratura, acciaio ,rivestimenti e del Monitoraggio Strutturale e Tecnologico Cultore della Materia Presso l’Università degli Studi di Genova nel settore Diagnostico del Restauro e del Consolidamento Strutturale.

Svolge numerose Tesi e Seminari dal 1992

Inserito nell’Unità RELUIS del Gruppo del Prof Ing Segio Lagomarsino con cui ha operato come Schedatore del GNDT, ora nella Protezione Civile.

Numerose campagne di Agibilità Post Sismica nel settore dei Beni Culturali dal 1996.

Nei principali eventi sismici Italiani Autore E Co-Autore di numerosi articoli nel settore su Riviste e Testi Specializzati.

<<Le NTC 2008 e l’aggiornamento oramai in fase di pubblicazione hanno restituito dignità al materiale ligneo, riabilitandolo e ponendolo nelle condizioni di utilizzo degli altri materiali da costruzione noti. Contemporaneamente all’aggiornamento, venne terminato la revisione della Normativa Italiana Costruzioni in Legno accompagnata da istruzioni analoghe elaborate dal CNR.

Tutto questo apparato di Norme Tecniche, se da un lato ha colmato un grande vuoto, mettendo finalmente a disposizione dei progettisti delle Norme per la Progettazione delle Costruzioni in legno, dall’altra ha generato non poche contraddizioni, in specifiche parti delle stesse, che fornivano percorsi di calcolo talvolta incoerenti.

Si è assistito quindi al decollo delle costruzioni in legno (vedi Progetto C:A:S:E. per la ricostruzione nel post terremoto dell’Abruzzo ecc.) con conseguenti tempi ridotti di cantiere e controllo maggiore del processo costruttivo che sembravano essere gli elementi vincenti per la scelta e l’utilizzo di questo materiale su vasta scala, soprattutto in forme semilavorate come i pannelli.

Tuttavia si sono presto denunciati i limiti del materiale, a causa di alcuni crolli localizzati improvvisi, dovuti forse una progettazione sviluppata in tempi ridottissimi con una non adeguata attenzione alla durabilità di un materiale che, seppur assemblato, è sempre proveniente dalla natura.

Il legno comunque ha cominciato a sostituire rapidamente altri materiali nelle costruzioni, anche in regioni non colpite da eventi Sismici.

Le Regioni del Nord Italia hanno fatto e fanno da capofila soprattutto vista la tradizione costruttiva presente e la cultura probabilmente più aperta a recepire le potenzialità del legno; al seguito troviamo quelle centrali come la Toscana, sede di importanti Centri di Ricerca quali I:V:A:L:S:A del CNR e di una forte tradizione Universitaria Fiorentina nel DEISTAF.

Ulteriori eventi sismici hanno visto ancora la voglia di affermarsi di questo materiale in costruzioni residenziali e non, come nella ricostruzione post sismica in Emilia Romagna.

Purtroppo in tale panorama di utilizzo del legno come materiale da costruzione, resta assente la Liguria che, salvo sporadici casi di strutture sportive, non segue questo settore.

A livello di conoscenza, in sede Universitaria locale, ci si è posti se il tema delle costruzioni in legno si sia presentato nella Regione e quale sia stato l’ultimo evento costruttivo; ci si è domandato quindi se esiste un filone storico di costruzioni, oppure se la cultura del legno si sia fermata al XVI secolo, periodo in cui nella città di Genova era applicata la tipologia a “domus lignaminis”, una costruzione interamente in legno tipica dell’ edilizia urbana.

Successivamente nella città gli edifici in legno vennero gradualmente sostituiti da fabbricati in muratura, materiale ignifugo più adatto alla realtà portuale in cui il legname era prezioso per i cantieri navali;  il suo uso in edilizia fu così relegato ad alcune parti dell’edificio come solai, tetti, infissi, scale ecc., o a finte volte dipinte in camorcanna atte a coprire grandi spazi di rappresentanza.

Anche se il passaggio dall’edilizia lignea a quella in muratura è stata graduale, non ci sono pervenuti esempi di edifici a telaio anteriori al XIX secolo. 

Le specie maggiormente utilizzate erano autoctone (castagno, faggio, ulivi, pini, larice, quercia, noce), e provenivano dalle vicine aree appenniniche.

Lo studio che segue è il risultato di alcune tesi di Laurea svoltesi presso il Dipartimento di Design & Architettura della Scuola Politecnica dell’Università degli Studi di Genova Prof Arch. Daniela Pittaluga, Prof. Ing. Giorgio Mor, lo scrivente come Correlatore, insieme all’Arch. Riccardo Forte PHD Ricercatore (Sorbona di Parigi) si è proceduto a una prima Catalogazione e alla Conoscenza con una Scheda Sperimentale elaborata sia per l’aspetto Architettonico che per quello tecnologico Costruttivo, che per la durabilità del legno utilizzato con approfondimenti diagnostici sul caso campione maggiormente significativo.

Tale risultato è stato possibile anche grazie alla collaborazione di Docenti Universitari anche di altre Facoltà particolarmente dediti a quest’argomento quali il Prof Felice Ragazzo, Università la Sapienza Roma, Prof Arch. Nicola Ruggieri dell’Università della Calabria, Prof. Dott. Marco Togni dell’Università di Firenze.

Attualmente, sul medesimo filone sono in Corso ulteriori approfondimenti con nuove tesi.

I risultati già acquisti sono già stati presentati a Convegni sia in Italia che in sede Internazionale.
Dalla ricerca effettuata sono state individuate le prime tracce del riutilizzo del legno nel campo delle costruzioni collocabili alla fine del XIX secolo, anni in cui il neogotico viene largamente impiegato nei nuovi quartieri collinari genovesi, per la committenza alto borghese.

La volontà di ricercare dei collegamenti e definire delle analogie comuni ha portato a identificate l’arco di tempo di costruzione di tali edifici, dal 1850 al 1930 (ad eccezione del singolo caso della Casa Gotica ad Arquata Scrivia risalente al 1350); questo è il periodo corrispondente alla nascita delle Esposizioni Universali, a Londra nel 1851, e Nazionali a Firenze nel 1861.

Questi grandi eventi, che necessitavano di ampi spazi e di edifici provvisori destinati ai padiglioni espositivi, sono stati l’occasione per importare in Italia le strutture a telaio di legno di facile assemblaggio e grande resa estetica; in particolare Genova ha ospitato tali eventi nel 1882 in occasione delle Celebrazioni Colombiane, nel 1901 con l’Esposizione Regionale Industriale e nel 1914 con l’Esposizione di Igiene Marina e Colonie.

In questi anni si fece strada il nome degli architetti, Riccardo Haupt e Gino Coppedé, personaggi rilevanti nel quadro architettonico ligure, i quali si occuparono della progettazione dei padiglioni espositivi rispettivamente del 1892 e del 1914; i due emersero in un clima in cui lo stile eclettico ha il suo culmine per poi scemare e scomparire negli anni ’30.

piaggio chalet

Chalet Piaggio, Padiglione realizzato per l´Esposizione Colombiana Genovese del 1892, da E.Trevisani, Rivista industriale e commerciale di Genova e Provincia, Genova 1986

 

padiglione di ingresso expo

Costruzione del Padiglione di ingresso dell´Esposizione di Igiene Marina e Colonie di Genova del 1914, luglio 1913

È proprio questo stile architettonico che fa da filo conduttore alle strutture a telaio, le quali presentano merletti decorativi e particolari attenzioni al dettaglio tipiche della corrente artistica.

L’avvicinamento a questa corrente costruttiva è dovuto in grande parte alle numerose Esposizioni Nazionali ed Internazionali che hanno importato in area ligure la tipologia a chalet molto in voga in area europea.

Ecco così che sull’onda della novità si verifica un fiorire di costruzioni in legno sia lungo la costa che nella parte alta della città.

Sono stati localizzati 45 edifici storicamente presenti in ambito ligure, di cui 24 tutt’ora esistenti e 21 andati perduti, riconducibili a quattro principali filoni costruttivi.

Trasporti ferroviari

Il primo, quello dei trasporti ferroviari, presenta una ripetitività costruttiva per quanto riguarda le strutture sia ad uso magazzino, sia per le piccole sale d’attesa.

Nella metà dell’Ottocento, ancora sotto il Regno di Sardegna, il Governo sabaudo decise di spingere per la realizzazione di una linea ferroviaria che collegasse la capitale del Regno (Torino) con il suo più importante porto, quello di Genova. 

Nel 1854 venne dunque inaugurata la linea che, attraverso il valico dei Giovi, collegava la pianura con il Mar Ligure rendendo necessario un suo primo prolungamento verso la Rivera di Ponente, ovvero la località di Voltri.

Il primo tratto della ferrovia costiera ligure è datato 1856, mentre il raggiungimento della città di Savona avverrà solo dodici anni più tardi, e bisognerà attendere il 1872 per collegare Ventimiglia e il 1874 per
l’ultimazione del tratto fino a La Spezia.

A seguito della costruzione della linea ferroviaria attorno alle stazioni iniziarono a fiorire una serie di attività ed edifici legati al mondo dei trasporti e dello stoccaggio merci.

Assieme all’asse ferroviario si rese necessaria la costruzione di strutture, edifici di stazione, rimesse per il ricovero delle locomotive, caselli di servizio per i guardiani, casotti, rifornitori e tutte quelle costruzioni che avrebbero dovuto consentire il servizio ferroviario.

Per le stazioni minori e per gli edifici industriali (magazzini, rimesse ecc.) furono adottate delle soluzioni spaziali standardizzate in tutto il territorio peninsulare, passibili di qualche variazione in base all’offerta di materiale edilizio da parte del territorio e alla specifica destinazione d’uso dei locali.

I magazzini ferroviari, alcuni dei quali presentano un’ampia tettoia sorretta da due serie di pilastri in legno. Nella forma più semplice il magazzino ferroviario è composto da un fabbricato, munito di tettoie laterali, di dimensioni adeguate al tipo di attività che ospita e può essere costituito da una semplice costruzione a salone unico al solo piano terra.

La caratteristica che accomuna tutte queste strutture è la soluzione della copertura a doppia falda fortemente aggettante su entrambi i lati, sorretta da un imponente sistema di capriate lignee.

La soluzione di far poggiare le capriate solamente sui pilastri laterali permette di avere un’ampia luce libera all’interno dell’edificio.

Il telaio ligneo della copertura esterna si compone di due pilastri laterali su cui poggia la struttura della capriata (puntoni, monaco, catena, saettoni).

Tale modulo ripetuto più volte con distanza regolare forma la tettoia; poiché la luce tra i pilastri è mantenuta libera, l’irrigidimento del telaio ligneo è affidato ai saettoni che agiscono nelle due direzioni principali.

magazzino ferroviario di pontedecimo

Vista interna del magazzino ferroviario di Pontedecimo

 

stazione di rigoroso

Sala d´attesa della stazione di Rigoroso

Capolinea delle funicolari

Il secondo filone è relativo ai capolinea delle funicolari con uno stile architettonico che rimanda chiaramente allo chalet svizzero.

Tra la fine degli anni 1800 e il primo decennio del 1900 in città vengono costruite numerose linee ferroviarie ed alcune funicolari che collegano le zone collinari della città in espansione al centro.

Molte di queste nuove linee furono finanziate dai proprietari terrieri che speravano di aumentare il valore delle proprietà rendendole agevolmente connesse alla città; le stazioni di termine corsa furono quindi progettate secondo i gusti dell’epoca e alla concezione pittoresca dello chalet montano.

Nel 1891 la città si dota della funicolare ad acqua di Sant’Anna (bruciata nel 1989), coronata da una piccola stazione-cottage di arrivo in forme alpino-neogotiche, realizzata in ferro, vetro, legno e mattoni, e dotata di un apparato decorativo molto minuto, quasi un merletto che profila gli spioventi e trafora gli elementi del rivestimento esterno.

funicolare di sant'anna degli anni 30

Cartolina raffigurante la funicolare di Sant´Anna, anni ´30

Pochi anni entra in funzione anche la funicolare Zecca-Righi, costituita da un edificio principale munito di veranda aperta e di una tettoia prominente sui binari. Subisce una grossa modifica negli anni ’60 che vede la demolizione dello chalet della stazione di arrivo e la costruzione di un nuovo capolinea in cemento armato. 

A seguire nel 1901 la città si dota della ferrovia a cremagliera che collega la stazione di Principe alle alture di Granarolo, caratterizzata anch’essa da uno stile che segue il filone dello chalet montano.

capolinea funicolare granarolo

Capolinea della funicolare di Granarolo, sulle alture di Genova

Stabilimenti balneari

Il terzo filone si riferisce agli stabilimenti balneari, costruiti sul litorale ligure tra il 1900 e il 1930 circa, come dimostra la foto storica dell’insenatura di Vernazzola a Sturla, dove è stato possibile individuare una decina di stabilimenti balneari, la maggior parte demoliti o sostituiti da strutture in cemento armato.

genova sturla

Genova Sturla, cartolina degli anni ´50

Ciò che ha spinto la diffusione di costruzioni in legno a mare è probabilmente, oltre all’influsso delle Esposizioni, la facilità e la rapidità di costruzione, la necessità di avere strutture leggere senza particolari esigenze di coibenza termica e la disponibilità di ottimo materiale importato dall’America per la costruzione di navi.

La specie più ricorrente è il pitch-pine che è un legname molto conosciuto e utilizzato nell’ambito navale sia per la produzione di pece sia perché, grazie al suo alto contenuto di resina, è molto resistente agli agenti atmosferici. Le uniche strutture ancora presenti e in uso sono la società “La Sportiva Sturla” e la “C.V.V.”

circolo vele vernazzolesi

Vista esterna del Circolo Vele Vernazzolesi

Edifici Residenziali

Il quarto filone è quello degli edifici residenziali, in particolare di tratta di ville costruite con stili differenti ma pur sempre con elementi decorativi ricorrenti di gusto. 

Ne è un esempio Villa Piaggio a Masone, costruita nel 1908 dall’architetto R. Haupt, su commissione della rinomata famiglia Piaggio, qualche anno dopo aver curato l’esposizione genovese in cui aveva progettato il padiglione per la ditta famigliare.

L’edificio si presenta articolato su due livelli con il piano terra in muratura che funge da basamento per i due livelli soprastanti in telaio di legno.

Villa Piaggio a Masone

Villa Piaggio a Masone, cartolina degli anni ´40

La villa è frutto della corrente eclettica presente in maniera molto forte in quel periodo.
Ne scaturisce una commistione tra lo stile liberty e il neogotico che emerge soprattutto nella torretta.

Ogni elemento della facciata ma anche dell’arredamento interno è curato nei minimi dettagli e nulla è lasciato al caso. 

Villa Ida a Imperia fu costruita nel 1888, l’anno successivo ad un devastante terremoto che colpì la riviera Ligure di ponente da Diano Marina a San Remo.

Per molti aspetti l’edificio presenta alcune analogie con la casa baraccata che sarà prescritta dalla normativa del Regio Decreto 1908, prima espressione di legge antisismica nel campo delle costruzioni.

La sua struttura, avveniristica per il periodo, è composta da due grandi telai sovrapposti, la cui composizione è esplicitata nel manuale sulle costruzioni in legno del Breymann intervallati da tamponamenti in mattoni posti a motivo decorativo.

canonica di cristo re

Veduta esterna della canonica di Cristo Re, ex “Villa Ida”, Imperia

Interessante è la presenza di croci di sant’Andrea metalliche poste come irrigidimento nelle pareti perimetrali dell’edificio, mentre quelle interne possiedono solamente montanti e traversi lignei.

L’esistenza di tali componenti è stata appurata mediante analisi non distruttive meglio illustrate nella relazione della scheda dell’edificio.

L’immobile ha subito diverse modifiche interne che hanno comportato una variazione della disposizione originale, mentre esternamente sono state sostituite due travi portanti con pilastri in calcestruzzo.

Due esempi fuori dal comune sono due ville del 1920 in via Giordano Bruno, nel quartiere genovese di Albaro, costruite con telaio in legno e tamponamenti in lastre Eternit.

Questa sistema costruttivo deriva dal brevetto del Cav. Ferruccio Gay di Roma in cui si proponeva un basamento in muratura e una soprastante armatura in legno con assiti continui, rivestita dentro e fuori con lastre in fibrocemento.

villino civ.19 genova

Il Villino al civ. 19 di via G.Bruno, è ben visibile il telaio ligneo

I due edifici si ispirano al villino eclettico con torre diffuso intorno al 1890-1930. L’aspetto decorativo risente dell’area secessionista moderata ed in particolare dell’esperienza che sta nel mezzo tra Hoffmann ed Olbrich.

Gli influssi stilistici sono numerosi dalla Secessione Viennese con la geometrizzazione e il rifiuto della linea curva (Hoffmann), ai dettagli floreali, con la caratterizzazione del naturalismo e il “rifiuto” della geometrizzazione, a particolari prettamente eclettici. >>

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1 commento
  1. Stefano Barabino
    Stefano Barabino dice:

    Avendo ereditato da mio padre sia le origini genovesi, sia la passione per il legno, l´ho trovato un articolo perfetto!

    Rispondi

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