La mala gestione degli impianti nelle case di legno: due casi studio
Uno dei punti più critici per la durabilità è la gestione degli impianti nelle case di legno.
All’interno di un’abitazione la parte impiantistica è diventata sempre più importante e, quando si tratta di edifici in legno, è d’obbligo prestare una maggiore attenzione.
In questo articolo ci occuperemo dei piatti doccia e degli scarichi ad esso connessi.
Si tratta di un caso abbastanza frequente, in quanto questi elementi possono entrare in crisi principalmente per due motivi:
- scorretta posa del piatto,
- rotture accidentali delle pilette di scarico.
Prendiamo in esame un paio di episodi con cui abbiamo avuto a che fare, relativi ai piatti doccia, alla loro posa ed alla loro connessione con l’impianto di scarico.
Nonostante questi problemi si siano verificati tutti a pochi anni dalla costruzione, qualcosa andrebbe fatto comunque per il lungo periodo. Va detto subito che non si può partire dal presupposto che andrà sempre tutto bene, che non si romperà mai niente e che non ci si possa imbattere in pezzi difettosi.
Fuori servizio della piletta di scarico del piatto doccia
Un esempio di rottura classico è rappresentato dal fuori servizio della piletta di scarico del piatto doccia. Un pezzo difettoso di pochi centesimi di euro che provoca, come in questo caso, danni per decine di migliaia di euro.

In un altro caso, simile a questo ma con più tempo a disposizione, è andato in crisi di nuovo lo scarico del piatto doccia, provocando le stesse conseguenze del caso precedente.
In questo caso però, le muffe hanno potuto colonizzare anche le pareti.
Per fortuna questi due servizi sono situati entrambi al piano terra e poggiano su una fondazione in cemento armato non aggredibile dall’acqua.

Mala realizzazione del rivestimento della doccia: impianti nelle case di legno
Vi parliamo ora di un altro caso, più curioso ed emblematico. A premessa, c’è da chiedersi quante abitazioni in legno costruite in questi anni si stanno comportando in questo modo, all’insaputa dei rispettivi proprietari.
Sebbene infatti, non vi sia stata nessuna rottura o difetto, l’errore in questo caso si è manifestato nella fase di realizzazione e nella mancanza di buon senso.
Il rivestimento della doccia nel collegamento con il piatto è andato in crisi.

Va detto che i rivestimento sono vincolati alle pareti, mentre i piatti doccia sono poggiati sul pavimento. Per questo, se avvengono degli spostamenti relativi ai due sistemi, il rivestimento a piastrelle, molto rigido, va in crisi immediatamente.
In questo caso è stato il pavimento, o meglio il pacchetto sotto il pavimento, a cedere e a portarsi dietro il piatto doccia.
L’acqua è penetrata attraverso la fessura che si è venuta a creare e, in poche settimane, ha aggredito il solaio in legno sottostante. Fortunatamente il proprietario ci ha avvisati in tempo e i danni sono stati limitati.

Questo è un caso tipico, perché negli ultimi anni si è fatto un uso scorretto dei materiali da sottofondo e si continuano ad inserire, sempre più spesso, strati altamente comprimibili e pieni d’aria che, nel corso dei mesi, iniziano ad espellere l’aria lentamente ed a calare anche di diversi millimetri.
Si tratta di una problematica nata con la diffusione dell’utilizzo di sottofondi alleggeriti. Si usano, ad esempio, isolanti umidi come l’Isocal, ma il problema può presentarsi anche con materiali a secco come i granulati di sughero, se utilizzati in grosso spessore, oppure con le fibre di legno come nel caso di seguito:

Al di là del normale funzionamento di una abitazione andrebbe tenuto in considerazione anche l’attività del fato e dell’obsolescenza dei materiali.
È verosimile prevedere che, nel corso della vita media di una abitazione, ci sia un elemento del sistema di scarico che possa andare in crisi. Per questo conviene prendere precauzioni già in fase di costruzione a possibili eventi futuri che potrebbero provocare conseguenze importanti.
Se, infatti, la rottura di un impianto non rappresenta un grosso problema per un edificio in tradizionale, per un edifico in legno può rivelarsi un episodio mortale.
Il riversamento di litri d’acqua per mesi all’interno di pacchetti estremamente sensibili all’umidità è un situazione che ha conseguenze pesanti sotto molto punti di vista.
Pertanto è fondamentale assicurare al 100% la corretta gestione dell’umidità fin dalla fase di progettazione dell’edificio di legno.
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Buongiorno Ing. Merotto, sempre molto interessanti i vostri articoli, ma in questo caso si rimane con il dubbio…
Meglio un massetto ad umido, a secco, a secco con morali intermezzi…??
Fino ad ora abbiamo avuto a che fare con massetti ad umido, che se lasciati asciugare opportunamente non abbiamo riscontrato problemi, ma sulle case in legno il massetto a secco sta attirando l’attenzione di molti operatori e tecnici, lei cosa consiglia?
Grazie
Cordiali saluti
Buongiorno Alessandro,
non ci sono scelte che vanno bene dappertutto. Sopra una fondazione in cemento non ho alcun problema ad eseguire un sottofondo umido mentre in un primo piano con un solaio in legno le valutazioni da fare sono molte e le variabili, in primis le esigenze del cliente, vanno valutate con attenzione. L’articolo vuole evidenziare un aspetto troppo spesso trascurato e di cui non si parla mai. Si voleva anche mettere in guardia dall’utilizzo di materiali non adatti per l’utilizzo di massetti a secco.
Grazie
A.M.
Sarebbe interessante, oltre ad analizzare le conseguenze ed i danni dovuti ad una scorretta progettazione e/o messa in opera fornire esempio di corretta progettazione e/o messa in opera.
Cordiali saluti
Ivan
Buongiorno Ivan
Stiamo preparando un ciclo di video sulla corretta progettazione e realizzazione di un edifico in legno. Li pubblicheremo nelle prossime settimane sul nostro canale youtube. Si iscriva! Nel frattempo può sfogliare il blog che è ricco di articoli che propongono soluzioni ed esempi di realizzazioni virtuose. La ringrazio e buona giornata
A.