Tecnopolo Reggio Emilia: la perfetta combinazione tra tradizione e innovazione
Le ex Officine Reggiane (oggi di proprietà del Comune) sono tornate a nuova vita grazie all’intervento dell’arch. Andrea Oliva, che ha trasformato il silenzio e il deterioramento dato dallo stato di abbandono di quei capannoni, in un luogo di lavoro dinamico e innovativo: il nuovo Polo tecnologico di Reggio Emilia.
Il concetto di funzionalità è stato raggiunto con la massima efficienza, combinando in modo quasi perfetto l’industrialità caratteristica della fabbrica e l’avanguardia dinamica dei nuovi sistemi costruttivi per ogni capannone.
Ciò che sorprende ed incuriosisce del progetto è la perfetta combinazione tra tradizione e innovazione attraverso l’utilizzo di box in legno autoportanti, suddivisi su tre livelli, che creano quasi un edificio nell’edificio stesso.
Dal processo industriale classico, caratterizzato da lavorazioni meccaniche, nastri trasportatori e macchinari, alla sostenibilità del fabbricato grazie all’utilizzo di materiali ecologici e alla riduzione del fabbisogno energetico per garantire il comfort indoor.
Qual è la difficoltà maggiore in ambito architettonico?
Tutto ciò che viene recuperato attraverso l’architettura deve mantenere quel senso di appartenenza e riconoscibilità originaria: è questa la sfida più grande che un bravo architetto deve affrontare.
Le ex Officine Reggiane ne rappresentano un ottimo esempio, in quanto è stata mantenuta intatta l’architettura originale, intervenendo sulle strutture attraverso l’uso di moduli autoportanti in legno, migliorando la struttura anche a livello sismico.
Il sistema delle scatole è composto da travi e montanti in legno massiccio a strati incrociati, coibentato e tamponato con lastre in OSB e cartongesso. I box hanno un interasse costante di 5 metri e lunghezze variabili da 16,35 e 6,60 m che creano ambienti di varia dimensione e metratura.
Ogni laboratorio creato con questi moduli rivestiti in cartongesso garantisce ottime prestazioni in termini di resistenza al fuoco, trasmissione di rumore, vibrazioni, odori, luce e onde elettromagnetiche.
L’arch. Oliva commenta così il progetto completato:
<<Recuperare l’architettura industriale significa stabilire un rapporto con la conoscenza dei significati. Ricerca e indagine diventano lo strumento per l’individuazione delle possibili trasformazioni future interpretando la rovina come un cantiere, come un edifico che nel suo deterioramento rivela le proprie regole compositive e costruttive.
Dei luoghi e degli edifici dell’architettura industriale sono parte fondamentale i rumori delle lavorazioni, gli odori, le macchine, i residui di lavorazione e le persone. Il degrado più significativo delle Reggiane è il silenzio. >>
Un ottimo esempio di opera architettonica unica nel suo genere, frutto della volontà di recupero di uno dei più importanti tasselli della storia industriale di Reggio Emilia.
Le parole chiavi sono riqualificazione e riuso degli spazi, ponendo una sfida non indifferente, che è riuscita a valorizzare la memoria, il lavoro e la fatica che l’ambiente di quei capannoni è in grado di trasmettere.
Poche demolizioni controllate, miglioramento sismico delle strutture, smantellamento di cavidotti e impiantistica per ottenere spazi aperti adatti ad accogliere i moduli in legno, attenzione al risparmio energetico, sono stati gli interventi perfetti che hanno favorito l’incontro tra passato e presente, tra tradizione e innovazione.
Abbiamo avuto modo di vedere il nuovo Tecnopolo a Reggio Emilia, e siamo noi stessi rimasti affascinati da quest’opera architettonica innovativa, ma legata comunque al passato ed alle origini della fabbrica.
Curiosità e interesse fanno parte dei valori e delle attività quotidiane del nostro studio di ingegneria WoodLab, e per noi è importante condividere considerazioni e studi sul blog.
Vi lasciamo qui sotto alcune immagini delle ex Officine Reggiane:
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Le costruzioni “ecologiche”, in particolar modo quelle di legno, mi interessano molto. Vi ringrazio dell´impegno che profondete nella divulgazione seria e competente della cultura del costruire razionale, nonostante il poco interesse da parte di molti, troppi costruttori ed anche progettisti.
Buongiorno Sig. Covi
La ringrazio per il suo interesse e per il suo incoraggiamento, purtroppo la situazione non è dissimile da come la descrive. E le realtà che cercano di fare informazione come la nostra e poche altre sono spesso ostacolate perché l´informazione corretta è spesso scomoda.
Grazie ancora
A.M.