show sugi ban tecnica

Come preservare il legno con la tecnica Shou Sugi Ban

Shou sugi ban significa letteralmente “tavola di legno bruciata” e si tratta di una tecnica molto antica, non tossica ma ecologica, che consiste nel bruciare la superficie delle tavole di cedro con la finalità di renderle più durevoli per l’esposizione all’esterno.

Questa tecnica era molto in auge fino a qualche decennio fa, ma è stata in seguito soppiantata dai trattamenti chimici e dalle resine.

Negli ultimi anni è però ritornata di moda, proprio in virtù del fatto che si tratta di una tecnica tutta naturale, in quanto il processo di carbonizzazione altera la superficie delle tavole e ne aumenta considerevolmente le caratteristiche di durabilità, senza modificare la struttura interna.

In Giappone viene utilizzato esclusivamente il cedro, pianta autoctona, ma negli Stati Uniti ed in Europa sono state fatte diverse prove anche con altre specie arboree come il larice, il cipresso e altre.
Si tratta dunque di un metodo che può essere applicato su qualsiasi legno e ciò permette di utilizzare le specie più diffuse nella zona geografica di interesse, a chilometro zero.

bruciatura tavole shou sugi ban

Noi dello studio Woodlab, ci abbiamo provato con le specie più diffuse e più commerciabili che si possano trovare nei magazzini, realizzandone così un video esplicativo: abbiamo testato l’abete rosso, il larice europeo, il larice austriaco, il castagno e il noce.

tavola di abete grezzo

Ecco qui di seguito il video dedicato alla tecnica Show Sugi Ban:

Bisogna dire che i risultati migliori, com’era prevedibile, si ottengono con i legni resinosi, come l’abete e il larice, mentre con le latifoglie è più difficile ottenere una bruciatura uniforme e profonda.

Cosa prevede la tecnica Shou Sugi Ban?

La tecnica prevede sostanzialmente di bruciare, attraverso l’utilizzo di un cannello a gas, le facce esposte delle assi di legno. La bruciatura può avere varie intensità, dalla più leggera alla più pesante a seconda dell’effetto che si vuole ottenere.

cannello a gas amazon
bruciatura tavole show sugi ban

Una volta terminata la fase di bruciatura, l’asse di legno viene raffreddata con un getto d’acqua e successivamente spazzolata con una spazzola a fibra dura per rimuovere i residui di carbonizzazione.

spazzola per tecnica shou sugi ban
spazzolata tavole di legno

Dopo un ultimo risciacquo le tavole sono pronte per essere installate all’esterno.

In alternativa si può anche terminare l’operazione con una mano di olio naturale per esaltare le venature. Vanno bene tutti gli oli di origine vegetale che si utilizzano per il trattamento del legno, come l’olio di lino, l’olio di tung, l’olio di neem, ecc…

olio di lino cotto

Con questo trattamento si riescono ad ottenere risultati di durabilità notevoli.

A seconda della specie utilizzata, infatti, si ottengono durate dai 50 agli 80 anni senza manutenzione di sorta. Se invece abbiamo utilizzato anche l’olio, quest’ultimo va rinnovato ogni 15-20 anni a seconda dell’esposizione.

La tecnica Shou Sugi Ban è una tecnica molto semplice, economica ed alla portata di tutti. Puoi realizzarla anche tu con gli strumenti presentati in questo articolo.

Vi invitiamo a lasciare un vostro commento qui sotto in merito alla tecnica Shou Sugi Ban, per avere un confronto diretto della stessa in ambito edilizio.

Infine vi ricordiamo di iscrivervi alla nostra newsletter compilando il form di seguito: in omaggio un ebook sulla Resistenza al Fuoco degli Edifici in Legno, a cura dell´ing. Alex Merotto.

23 commenti
    • Alex Merotto
      Alex Merotto dice:

      Buongiorno Enrico

      La ringrazio per il contributo, non sapevo che la utilizzassero anche gli svizzeri ed i francesi. Ricordo che veniva utilizzata dai nostri contadini per aumentare la durabilità dei pali di castagno che venivano infissi nel terreno per reggere i filari di viti. Quando li si estraeva dal terreno per sostituirli, dopo anche 80 anni, erano perfettamente conservati come il giorno in cui li avevano piantati.

      Grazie

      A.M.

      Rispondi
  1. Rossano
    Rossano dice:

    Salve.
    Volevo sapere se questa tecnica poteva essere utilizzate per piantare o cementare pali nel terreno. Io so che una volta usava carbonizzare le estremità dei pali che venivano messi nel terreno. Però non saprei proprio come facevano.
    Possono essere anche affogati nel cemento?

    Rispondi
    • Alex Merotto
      Alex Merotto dice:

      Buongiorno Rossano

      Questa tecnica è ottima per preservare pali di legno piantati nel terreno. Si usa ancora tuttoggi come si può vedere da questa foto scattata da me in questi giorni. Per ottenere questi risuktati è sufficiente espore la punta del palo al fuoco, avendo cura di girare il palo, fino a che sarà carbonizzato per 3/4 mm. Non le consiglio di cementare i pali in alcun caso, con il passare del tempoi l cemento andrà a formare un “bicchiere” nel quale ristagnerà l’acqua, accelerando i processi di marcescenza.

      Rispondi
  2. Emanuele
    Emanuele dice:

    Salve, utilizzando questa tecnica sull’abete nostrano (per intenderci, quello giallo!) migliora anche la durezza superficiale del materiale o resta tenero come al naturale? Ho fatto un tavolo col piano in tavolato di abete, ne ho spazzolato la superficie con spazzola ottonata per asportare la parte più tenera ma resta comunque facilmente ammaccabile con una leggera pressione anche di una penna.

    Rispondi
    • Alex Merotto
      Alex Merotto dice:

      Buongiorno Emanuele,
      in questo caso migliora leggermente la durezza della superficie ma non in maniera significativa.

      Grazie

      Rispondi
  3. marco
    marco dice:

    Buongiorno, grazie per l’interessante contributo. Che lei sappia esiste un processo industriale o un trattamento fatto in stabilimento che possa fornire certificazioni di durata?
    Grazie Marco

    Rispondi
    • Alex Merotto
      Alex Merotto dice:

      Buongiorno Marco,
      La ringrazio per la domanda. Sul mercato ci sono numerosi pannelli nobilitati con finiture a legno bruciato. La maggior parte sono però ad uso arredamento interno. Per rivestimenti esterni conviene procedere in autonomia visto che uno dei grandi vantaggi di questo metodo è che può essere eseguito da chiunque.

      Rispondi
  4. Fabrizio Gasso
    Fabrizio Gasso dice:

    buongiorno
    sul legno trattato con questa tecnica di bruciatura, si può camminare con piedi bagnati? può essere utilizzato come pavimentazione vicino ad una piscina?
    Grazie per una risposta

    Rispondi
  5. Giovanni
    Giovanni dice:

    Buonasera,
    vorrei sapere se, oltre il gusto puramente estetico, si possono ottenere buoni risultati su un piano sotto-lavandino.
    grazie
    giovanni

    Rispondi
  6. Gabriele
    Gabriele dice:

    Salve, mi saprebbe dire se dopo aver usato questa tecnica il legno si può verniciare? Se si ha poi bisogno di una manutenzione periodica?
    La ringrazio in anticipo.

    Rispondi
    • Alex Merotto
      Alex Merotto dice:

      Buongiorno Gabriele. Questo trattamento va a sostituire la verniciatura che avrebbe comunque bisogno di regolare manutenzione come affronteremo in un prossimo articolo. Le consigliamo di utilizzare una finitura ad olio o a cera.

      Grazie A.

      Rispondi
  7. Giorgio
    Giorgio dice:

    Buongiorno,Se dopo aver fatto il trattamento gli applico una vernice all’acqua o a cera naturale di colore chiaro ad effetto graffiato chiaro scuro si potrebbe eliminare l’effetto nero totale che non sempre è adatto a certi arredi..lei ha già fatto o sa di qualcuno che ha sperimentato.grazie

    Rispondi
    • Alex Merotto
      Alex Merotto dice:

      Bisogna distinguere se si vuole utilizzare questa tecnica all’interno o all’esterno. Per quanto riguarda l’esterno, sconsigliamo l’utilizzo di qualsiasi trattamento superficiale che non sia una semplice cera o un olio da ridare ciclicamente. Se invece si vuole utilizzare come arredamento interno, allora ci si può divertire a cercare l’effetto voluto utilizzando vernici e impregnanti di vari materiali e composizioni.

      Grazie A.

      Rispondi
  8. Marco
    Marco dice:

    Buongiorno, vorrei utilizzare questa tecnica per la pavimentazione di un terrazzino esterno. Utilizzerei delle tavole di larice. Vorrei sapere se devo bruciare solo il lato delle tavole esposto o anche quello che poi sarà rivolto verso il terreno.
    Grazie

    Rispondi
    • Alex Merotto
      Alex Merotto dice:

      Per migliorare la durabilità delle assi le consiglio di trattare tutta la superficie. Specialmente quella più vicina al terreno e all’umidità.

      Grazie A.

      Rispondi
  9. Giovanni
    Giovanni dice:

    Buonasera, devo eseguire una “rinfrescata” di una cucina in larice e sono interessato alla finitura in questione: chiedo innanzitutto se qualcuno ha già trattato mobilia e con quali risultati e in secondo luogo quale può essere il trattamento finale più adatto per “isolare” il materiale in ambiente aggressivo quale la cucina e renderlo normalmente pulibile, ringrazio.

    Rispondi
  10. Massimiliano
    Massimiliano dice:

    Una piccola marginale correzione.
    Il significato letterale è “tavola di cedro bruciato” ed è tecnica Giappone specifica per il legno di cedro.

    Rispondi
  11. Francesco
    Francesco dice:

    Salve, vorrei sapere se il calore dato dalla fiamma, impatta tavole già incollate con spinatura, deformandole o creando fessure (su abete). Grazie

    Rispondi
    • Alex Merotto
      Alex Merotto dice:

      Salve Francesco, il trattamento va eseguito su tavole libere da vincoli e non su una struttura già in piedi in quanto ci saranno sicuramente delle deformazioni durante il rtattamento termico.

      Rispondi
  12. Pino
    Pino dice:

    Salve
    il mio progetto prevede di creare pannelli decorativi per esterno utilizzando le antiche tecniche a base di calce e polvere di marmo, quindi intrinsecamente traspiranti.
    Pensavo di bruciare il pannello, trattarlo con olio di lino e trementina, e successivamente realizzare la decorazione detta prima.
    Che ne pensa?

    Rispondi
    • Alex Merotto
      Alex Merotto dice:

      Credo che bruciarne la superficie non sia necessario. Otterrebbe il risultato di rendere meno stabile il supporto delle successive lavorazioni con la possibilità di distacchi di materiale dalle tavole. Grazie del commento.

      Rispondi

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